Giorno dopo giorno in continua espansione, l’interessantissimo catalogo home video di Mustang Entertainment (www.cgtv.it) aggiunge tre nuovi titoli appartenenti alla nostra cinematografia di genere che fu.
L’attivissima label riscopre infatti su supporto dvd i dimenticati Lycanthropus, Number One e Vendetta dal futuro.
Lycanthropus (1961)
Il ritrovamento del corpo dilaniato di una ragazza in un bosco nei pressi di un collegio-riformatorio femminile induce l’apertura di indagini che spingono la polizia a pensare possa esservi nei dintorni la presenza di un lupo mannaro… man mano che altre morti portano a scoprire i segreti della struttura.
Con protagonista la Barbara Lass allora moglie del cineasta Roman Polanski e incluso nel cast, nei panni di un custode, l’Alan Collins che, all’anagrafe Luciano Pigozzi, era considerato il Peter Lorre italiano, su sceneggiatura del grande Ernesto Gastaldi Paolo Heusch – regista del fantascientifico La morte viene dallo spazio – si firma Richard Benson per mettere in piedi il primo film di licantropi made in Italy (anche uno dei pochi). Ed è in particolar modo grazie all’abbondanza di ombre garantite dalla bella fotografia in bianco e nero di Renato Del Frate che riesce a ricreare una suggestiva atmosfera atta ad avvolgere quello che è, in fin dei conti, un coinvolgente intrigo giallo dai toni soprannaturali, a suo modo anticipatore di diversi elementi che avrebbero in seguito caratterizzato il filone slasher. Si pensi soprattutto all’ambientazione e alle donne quali principali vittime del mostro di turno… la cui entità viene in questo caso chiaramente svelata soltanto nell’epilogo.
Da master in alta definizione.
Number One (1973)
Uomini facoltosi, fanciulle sessualmente disinibite e nomi del jet-set internazionale sono coinvolti in un grosso scandalo dovuto ad un giro di cocaina riguardante il night club Number One, scenario delle notti “segrete” della Roma bene anni Settanta.
Partendo dal vero scandalo che allora coinvolse il locale capitolino e i suoi frequentatori, Gianni Buffardi – genero di Totò, nonché produttore di diversi suoi film – concretizza una sorta di ibrido tra il docudrama e la pellicola di genere alternando un taglio da cronaca in fotogrammi a quello della vicenda di indagini; in questo caso portate avanti da un Luigi Pistilli capitano dei carabinieri e da un Renzo Montagnani commissario, lontano dai suoi consueti personaggi da commedia sexy (anche se non esita a mostrare uno sguardo interessato ai corpi femminili). Soltanto due dei nomi facenti parte di un ricco cast che, comprendente, tra gli altri, Andrea Aureli, Paolo Malco, Massimo Serato e l’Howard Ross visto nello stesso anno ne Il boss di Fernando Di Leo, tira in ballo anche la Rita Calderoni di polselliana memoria che si ritrova stuprata con tanto di visibilissime gocce di sperma sul seno. Un’immagine piuttosto forte e ancora oggi, nel XXI secolo, decisamente audace per questo curioso oggetto del desiderio cinefilo che, abbondantemente dialogato nello strutturarsi tra uccisioni assortite, flashback, marsigliesi e morti causate dalla droga ma fatte passare per suicidi, venne a suo tempo sequestrato dalle sale, divenendo introvabile.
Questa versione ora disponibile su disco è frutto di un restauro realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia in collaborazione con Infinity.
Vendetta dal futuro (1986)
Incaricato da una potente organizzazione criminale, al servizio di una multinazionale, di eliminare un autorevole ecologista che ha denunciato i danni dell’inquinamento provocati dalla stessa, un cyborg si ribella e si rifugia insieme ad una ragazza in un piccolo paese; mentre provvede a fare piazza pulita dei killer che gli danno la caccia.
Attore televisivo poi visto, tra l’altro, in diversi lungometraggi diretti dai fratelli Bobby e Peter Farrelly, Daniel Greene veste i panni del muscoloso uomo robot nato chiaramente in qualità di risposta tricolore al Terminator di Arnold Schwarzenegger. Una risposta tricolore che, infarcita d’impegno di taglio ecologico, a differenza del prototipo made in USA sfornato nel 1984 da James Cameron, però, non presenta alcun viaggio nel tempo ed evita la cupa ambientazione metropolitana per immergere il tutto in soleggiati scenari desertici in cui far affiancare il protagonista dalla Janet Agren di Mangiati vivi! e Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande. Man mano che abbiamo una rissa atta a coinvolgere George Eastman alias Luigi Montefiori e che in scena troviamo il John Saxon noto ai fan dell’horror per Tenebre di Dario Argento e Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven, il Donald O’Brien di Yeti – Il gigante del 20° secolo e il Claudio Cassinelli che, ricordato soprattutto per il cinema poliziottesco, trovò proprio su questo set la morte a causa di un incidente in elicottero. Non è infatti un serrato inseguimento tra elicottero e automobile a risultare assente nel corso della quasi ora e mezza di visione che, musicata da Claudio Simonetti e impreziosita dagli effetti speciali di trucco di Sergio Stivaletti, l’eclettico Sergio Martino (ma si firma Martin Dolman) concretizza sfoggiando senso del ritmo… fino allo scontro con una donna bionica.
Il trailer estero del film fa da extra al disco.
Francesco Lomuscio
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