Nel 1970, proprio quando il clamore di Lo chiamavano Trinità… si stava facendo sentire pian piano in tutto il mondo, Terence Hill, ancora non la celebrità che sarebbe divenuto da lì a poco, ma già abbastanza famoso nel campo dello spaghetti western grazie a titoli come Dio perdona…io no! e La collina degli stivali, era in procinto di uscire nelle sale con la co-produzione italo-spagnola La collera del vento.
Un’altra storia di frontiera, però da solista, considerano che in ogni titolo che abbiamo citato è stato affiancato dal grande compagno d’avventure Bud Spencer.
Diretto dal regista di origini iberiche Mario Camus, lo vediamo in un ruolo piuttosto cupo, più serioso rispetto a quelli leggeri cui siamo stati abituati a vederlo sul grande schermo.
Prodotto dal nostro Mario Cecchi Gori, il film racconta di una coppia di sicari: Marcos (Hill) e Jacobo (Mario Pardo), legati come fratelli, assunti dallo spietato proprietario terriero Don Antonio (Fernando Rey) per uccidere chi sta tentando di scuotere gli animi dei contadini del luogo e spingerli ad una sommossa in favore dei propri diritti umani. L’incarico è dei più crudi che si siano mai visti, ma il duo di pistoleri rispetta sempre quanto pattuito; fino a quando Marcos subisce un grande cambiamento interiore, innanzitutto innamorandosi della bella locandiera Soledad (Maria Grazia Buccella). A questo punto, capire chi sia il vero nemico da abbattere diventa la più facile delle scelte nel cuore dello spietato sicario.
Spaghetti western di pura derivazione leoniana, La collera del vento è un titolo che tende a ricorrere a tutti gli elementi che hanno fatto caro il cinema di quel genere, poggiando innanzitutto la sua totale riuscita su una narrazione che evita qualsiasi nota ironica, a differenza delle altre produzioni analoghe dell’epoca.
E la riuscita dell’operazione va individuata nella costruzione di personaggi crepuscolari e incisivi, esponenti di un universo che delle leggi fa totalmente a meno, ma che, per assurdo, segue una morale esistenziale in cui è ben definibile un percorso che porta all’assoluta redenzione.
Con lo sguardo di ghiaccio di un Hill più dark e oscuro del solito, La collera del vento inscena un racconto di morte e vendetta, dove pallottole e sangue si fondono in uno scenario arido e polveroso, metaforica incarnazione della pochezza morale che ne caratterizza gli abitanti.
Completano la visione di questo western dei primi anni Settanta un Rey in versione villain e la sensuale bellezza della conturbate Buccella, cui spetta un contributo rosa ad una trama virile scritta a sei mani da Camus stesso insieme a Franco Verucci, Manuel Marinero, Josè Vincente Puente, Miguel Rubio e Alberto Silvestri.
Edito in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) con un’intervista di nove minuti allo sceneggiatore Verucci nella sezione extra.
Mirko Lomuscio
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