In dvd tornano due commedie italiane anni Novanta: Camerieri e Auguri professore

Direttamente dagli anni Novanta, Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) riporta in dvd un paio di titoli appartenenti al filone della commedia italiana più ragionata e meno propensa alla facile comicità popolare: Camerieri e Auguri professore.

Due pellicole al cui timone di regia abbiamo nomi all’epoca nuovi nel settore e oggi, nel 2022, confermatisi del tutto: Leone Pompucci, che nel 1993 aveva avviato la sua carriera dietro la macchina da presa tramite il particolare Le mille bolle blu, e Riccardo Milani, che oggi, tra “gatti in tangenziale” e le continue collaborazioni con la compagna Paola Cortellesi, sbanca di volta in volta i botteghini.

 

Camerieri (1995)

In un ristorante di Torvaianica lavora da anni un gruppo di persone esperte nella ristorazione, ma dalla vita personale schiantata e mai realizzata. Tra i camerieri vi sono il veterano Loris Bianchi (Paolo Villaggio), lo sportivo scommettitore Mario Tangaro (Diego Abatantuono), l’ex musicista Agostino Rondine (Marco Messeri), il nuovo arrivato Riccardo (Enrico Salimbeni), nonché nipote di Loris, e, infine, l’irascibile cuoco Germano (Antonio Catania). Nonostante l’odio che si portano a vicenda, svolgono il loro mestiere con grande coinvolgimento, anche perché nella vita non possono più fare altro, considerate le sconfitte che si sono portati dietro. Ora lavorano tutti al cospetto di Loppi (Ciccio Ingrassia), il quale, in vista di un ricevimento per delle nozze d’oro, si sente male e lascia tutto nelle mani dell’esperto Loris. Un evento che metterà di nuovo in luce i difetti di questi discutibili individui, non peggiori però dei vari invitati coinvolti nel ricco pranzo di nozze dei coniugi Azzaro (Carlo Croccolo e Regina Bianchi), i quali comprendono, tra gli altri, il cinico figlio di questi ultimi (Antonello Fassari) e l’amante del festeggiato (Sandra Milo).

Utilizzando uno sguardo graffiante come solo la grande commedia anni Sessata ha sempre saputo fare in Italia, questa opera seconda di Pompucci mostra tutto il dicibile della risata amara, giostrando un gruppo di fenomenali protagonisti cui non si può fare a meno di affezionarsi, nonostante la loro inquietante filosofia di vita. Il tutto, mettendo facce per lo più comiche (Villaggio, Abatantuono, Messeri, Croccolo, Fassari) al cospetto di una dura analisi sociale. Sorretti da un calibrato script firmato dal regista stesso insieme a Filippo Pichi e al cabarettista Paolo Rossi, i loro personaggi vengono delineati a dovere e gestiti da una regia solida che non perde mai di vista l’obiettivo primario di inorridire lo spettatore, sebbene si tratti di un racconto leggero.

Undici minuti di intervista a Messeri e tredici di conversazione con il regista accompagnano il disco nella sezione extra.

 

Auguri professore (1997)

Attento al suo mestiere di insegnante nel liceo romano dove svolge attività, il professore Vincenzo Lipari (Silvio Orlando) è sempre stato un uomo dedito alla condotta dei propri alunni, ma spesso ottenendo risultati altalenanti e poco lusinghieri, vista la svogliatezza dei ragazzi. Nonostante ciò, l’uomo non demorde, andando incontro ad un personale sistema d’insegnamento che lo porta a cercare di comunicare in modo originale con gli studenti; ma l’incontro con la sua ex alunna Luisa (Claudia Pandolfi), divenuta anch’ella insegnante, porta il professore all’inseguimento di vecchi ricordi e di principi fondamentali che sembravano andati persi e che, invece, riaffiorano nel momento giusto per mettere le cose a posto.

Ormai rodato nel ruolo di insegnante confidente e, a tratti, autoritario grazie a La scuola di Luchetti, nel 1997 Orlando riprende i caratteri di quel tipo di personaggio e li porta in quest’opera prima di Milani, reggendo sulle sue spalle la facile trama scritta da Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Domenico Starnone (i medesimi de La scuola, appunto), e facendosi portavoce di un messaggio volto all’esigenza di una rivoluzione nel sistema di apprendimento scolastico. Insomma, è un lungometraggio meno leggero di quello che inizialmente potrebbe sembrare questo di Milani. Una visione che regala nozioni di simpatico intrattenimento e semi di denuncia didattica, dove ad essere in serio pericolo, tra i banchi di scuola, determinate volte sono la cultura in sé e il modo di recepirla.

Ad affiancare Orlando troviamo una Pandolfi post-adolescenziale, più la partecipazione dell’allora esordiente Flavio Pistilli e di un Duilio Del Prete alla sua ultima interpretazione (è il rigido preside della scuola dove Lipari insegna).

 

Mirko Lomuscio