Dopo aver dato una carriera cinematografica negli anni Settanta ad un cabarettista allora in erba come Roberto Benigni (Berlinguer ti voglio bene), il regista Giusepppe Bertolucci, fratello del noto Bernando, si è sempre approcciato con gli interpreti della risata in modo alquanto alternativo, realizzando pellicole quali Strana la vita e I cammelli, nelle quali recitavano in ruoli più seriosi del solito interpreti del calibro di Diego Abatantuono e Paolo Rossi.
Nel 1994, col suo puro occhio da scopritore di talenti, decise quindi di regalare alla nota comica della tv Sabina Guzzanti – sorella di Corrado e Caterina – un film tutto suo, dopo che la stessa interprete si era affacciata in vari lavori in ruoli secondari (tra cui proprio I cammelli).
E dire un film tutto per sé è dire poco, perché Troppo sole è un vero e proprio “one woman show” in cui, all’epoca reduce da programmi televisivi quali L’araba fenice, Avanzi e La tv delle ragazze, si cimenta nell’interpretazione di ben tredici personaggi differenti, mettendo in evidenza tutta la propria poliedricità nella dialettica e nella risata graffiante anticonvenzionale.
La storia canovaccio di Troppo sole segue le vicende della giornalista Lalla (Guzzanti), alle prese con un viaggio verso casa della rockstar Matilde (Guzzanti nuovamente), un personaggio ormai avviato verso il viale del tramonto; in questo lungo tragitto incrocerà quante più assurde figure, dalla Dj Patrizia a suor Agnese, fino a Stella di papà, Suzuki, Luana, una bambina indemoniata e così via.
Opera che narrativamente sfodera tutta l’anarchia profonda di una comica come la Guzzanti, Troppo sole è un continuo susseguirsi di battute e gag care al curriculum di questa artista, avendo lei stessa poi esordito dietro la macchina da presa nel 2002 con Bimba – È clonata una stella, per poi proseguire spostandosi verso il documentario di taglio politico (Viva Zapatero!, Le ragioni dell’aragosta, Draquila – L’Italia che trema).
Con Troppo sole il buon Bertolucci ce la propone in tutta quella comicità attraverso cui abbiamo cominciato a conoscerla nelle tv di fine anni Ottanta e inizi anni Novanta, mettendo su pellicola siparietti che fanno da parodia a determinate pellicole di successo (il momento che strizza l’occhio a L’esorcista) come anche a specifici personaggi famosi quali Mina, Loredana Bertè, Rita Levi-Montalcini, Moana Pozzi, Edith Piaf e la Skin front woman degli Skunk Anansie.
E, in mezzo a tutto ciò, si avverte il graffiante sguardo di un’interprete intenzionata a denunciare un trend sociale di allora, votato come oggi all’importanza della bellezza estetica in tutto e per tutto e mirato a fagocitare qualsiasi barlume culturale del caso. Un discorso diretto che viene aiutato dalla costruzione minuziosa dei vari personaggi interpretati dalla Guzzanti, il tutto grazie al ricorso a cambi luce a cura del direttore della fotografia Fabio Cianchetti e di mutazioni varie che avvengono per mezzo di un make up minuzioso.
Insignito all’epoca di due le nomination ai Nastri D’Argento per la miglior attrice e i migliori costumi, Troppo sole è ora disponibile in dvd grazie a Mustang Entertainment (www.cgtv.it).
Mirko Lomuscio
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