In dvd tutto l’erotismo di Malizia e Malizia 2mila con Laura Antonelli

CG Entertainment (www.cgentertainment.it) rispolvera su supporto dvd la versione integrale restaurata di Malizia, capolavoro dell’eros su celluloide diretto nel 1973 da Salvatore Samperi.

La pellicola che trasformò Laura Antonelli in uno dei sex symbol degli anni Settanta, calata nei panni di una domestica che, assunta ad Acireale nella casa di un Turi Ferro commerciante di tessuti appena rimasto vedovo, non solo si rivela per l’uomo la donna ideale da sposare, ma suscita l’interesse di uno dei suoi tre figli che deve ancora crescere.

Il figlio quattordicenne incarnato dallo sfortunato Alessandro Momo (scomparso a soli diciassette anni in un incidente di moto), il quale, venuto a sapere della volontà del padre di prenderla in sposa, inizia con la donna un gioco erotico in cambio della sua approvazione alle nozze.

Ed è a cominciare dai grotteschi toni che caratterizzano il funerale d’apertura a lasciar intuire quanto Malizia fosse un’operazione decisamente fuori dagli schemi per l’epoca in cui venne realizzata, ancora lontana dal sesso a portata di home video o di internet cui l’umanità sarebbe stata abituata nei decenni successivi.

Non a caso, tenendo chiaramente conto del fatto che le nudità femminili erano per il maschio d’inizio anni Settanta quasi un’utopia, Samperi – che sfiora qui soltanto velatamente la tematica incestuosa che decretò il successo del suo precedente Grazie zia – gioca di continuo proprio col voyeurismo di allora. Utilizzando quindi l’obiettivo della macchina da presa per sbirciare sotto la gonna o nelle scollature della protagonista, senza trascendere mai nel dettaglio esplicito e tenendo alta, di conseguenza, l’eccitazione dello spettatore.

Con incluso un lento spogliarello della Antonelli, fino al momento del vedo e non vedo a base di torcia nella notte di tempesta; posto al culmine di oltre un’ora e mezza di visione che, comprendente nel cast anche Tina Aumont e lo Stefano Amato divenuto in seguito uno dei volti popolari della Commedia sexy, si aggiudicò ben tre Nastri d’argento andati ai costumi, alla bella Laura come attrice protagonista e a Ferro in qualità di attore non protagonista.

La Commedia sexy che, caratterizzata da humour pecoreccio e starlette per nulla vestite, prese progressivamente forma proprio in seguito al notevole successo riscosso da Malizia, cui lo stesso Samperi ha dato nel 1991 il tardo sequel Malizia 2mila, prima di abbandonare il grande schermo per dedicarsi esclusivamente al piccolo (ricordiamo le serie tv Il sangue e la rosa e L’onore e il rispetto).

Tardo sequel sul filo della nostalgia che, disponibile in dvd sempre per CG Entertainment, ma in collaborazione con 01 Distribution, riporta in scena proprio i due interpreti originali Ferro e Antonelli, ora residenti in una villa fuori città dove vivono senza i figli, che nel frattempo hanno intrapreso ognuno la sua personale strada.

Villa dove ospitano presto un archeologo e suo figlio quindicenne, ovvero Roberto Alpi e Luca Ceccarelli, in quanto sembra che sotto l’abitazione si trovi una tomba in cui Ruggero di Altavilla murò viva la principessa Aisha, rea di non aver ceduto alla passione del conte siciliano.

È chiaramente il giovane ad invaghirsi in questo caso della ex cameriera, tanto da arrivare a provocare diversi incidenti al proprio genitore nel tentativo di tenere in piedi una morbosa finzione mirata a far credere alla donna che l’uomo la desideri tanto da minacciare di uccidersi. Giovane che, trovandoci ormai negli anni Novanta, a differenza del predecessore Momo fa anche utilizzo di un computer; mentre risulta evidente che sia un plot dal retrogusto quasi thriller a spiccare in Malizia 2mila, al cui comparto attoriale si aggiunge, inoltre, Barbara Scoppa nel ruolo della segretaria-amante di Ferro.

Nello svolgimento di un quasi remake del capostipite che, relegando stavolta soltanto a brevi parentesi accavallamenti di gambe e lingerie, da un lato pare voler sfatare il mito maschilista secondo cui la donna dopo una certa età si spegne, dall’altro trova il coraggio di continuare ad insistere sul non mostrato in un periodo storico cinematograficamente dominato dai lavori porno soft di Tinto Brass e Bigas Luna (erano i tempi dei vietatissimi Paprika e Le età di Lulù).

 

Francesco Lomuscio