Immortale, monumentale autore della Nouvelle Vague anni Sessanta, insieme ad altri suoi connazionali quali Jean-Luc Godard e Alain Resnais, tanto per citarne un paio, il francese François Truffaut è forse colui che da questa corrente cinematografica ha avuto maggiormente un impatto positivo a livello popolare, riuscendo a convincere con successo sia spettatori lontani dalla materia cinematografica che addetti alla critica della Settima arte stessa (del resto, gli esponenti della Nouvelle Vague venivano da quest’ultimo mondo, essendo stati recensori per i Cahiers du cinema).
Truffaut aprì la sua carriera nel 1959 grazie ad un’opera indimenticabile quale è I 400 colpi, storia di un ragazzino (interpretato da un aficionado del regista, Jean-Pierre Léaud ) alle prese con i rivoluzionari turbamenti adolescenziali, per poi bissare tale esperienza un anno più tardi tramite Tirate sul pianista, personale sguardo sul genere noir gangsteristico (interpretato da Charles Aznavour); ma è con la sua terza opera, Jules e Jim, che si superò, realizzando quella che ancora oggi è riconosciuta come la più famosa “storia d’amore a tre” mai realizzata.
Datato 1962 e ambientato ai primi del Novecento, Jules e Jim incentra la propria trama sui due amici Jules (Oskar Werner, altra presenza fissa del cinema di Truffaut) e Jim (Henri Serre), che trascorrono passano le proprie giornate all’insegna della spensieratezza e del divertimento, inseguendo le passioni artistiche più disparate e amando quante più donne riescono a conoscere. Fino al giorno in cui entra a far parte della loro esistenza la bella Catherine (Jeanne Moreau), ragazza dall’etica anticonforme e coinvolgente, che presto farà breccia nei loro cuori. Da qui, i tre diventano inossidabili, attraversando decenni e decenni insieme, soprattutto andando incontro a grandi cambiamenti storici, Prima Guerra Mondiale in primis.
Splendida, affascinante, metafora in fotogrammi sull’incontro/scontro tra pensieri e culture di diverse fazioni (Jules è di estrazione tedesca, Jim è il puro spirito francese), quest’opera di Truffaut – tratta dal romanzo autobiografico di Henri-Pierre Roché – riesce anche nel XXI secolo ad avvalersi di un magnetismo che la eleva a vero e proprio capolavoro della Settima arte, grazie all’affiatamento nel mostrare l’originale storia di amicizia, che all’epoca della sua uscita fece non poco scalpore per i sottili temi sentimentalmente anticonformisti (addirittura, in Italia rischiò di non essere distribuito, salvo essere recuperato per merito dell’intervento di Roberto Rossellini e Dino De Laurentiis).
Incentivo della sua immortale riuscita l’utilizzo di una regia a dir poco innovativa, ricca di bruschi stacchi e attacchi di montaggio, tipici della Nouvelle Vague, e che veramente fanno la differenza per un racconto epocale quale è Jules e Jim, lungometraggio che vive di pienezza grazie soprattutto alle performance dei suoi protagonisti. Su tutti una bellissima Moreau, figura femminile innovativa e rivoluzionaria, simbologia di un difficile amore da conquistare tra fazioni opposte (Francia e Austria dei primi del Novecento).
Eagle Pictures lo riscopre in un’edizione contenente il film sia su supporto blu-ray che dvd, insieme ad un calendario 2021 in omaggio all’interno della confezione. Entrambi i supporti, poi, riservano ricchi contenuti speciali: nel blu-ray il commento audio di Jeanne Moreau, il cortometraggio Les mistons (L’età difficile), Truffaut che parla di Hitchcock (durata otto minuti), la presentazione del film a cura di Serge Toubiana (tre minuti), Truffaut che si intrattiene con Michel Poulac (sette minuti), Truffaut che parla del film (nove minuti) e il trailer originale; mentre nel dvd, oltre ai già citati Les mistons e trailer originale, abbiamo Antoine et Colette, episodio estratto dal film collettivo L’amore a vent’anni.
Mirko Lomuscio
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