In home video lo splatter cult Brain damage – La maledizione di Elmer

Con fascetta in doppia versione, sotto il marchio Quadrifoglio è disponibile su supporto dvd italiano Brain damage – La maledizione di Elmer, pellicola che dalle nostre parti ha sempre avuto vita difficile.

Datata 1988, infatti, uscì nei cinema soltanto a Milano e provincia due anni più tardi, sebbene già esistente in videocassetta, per poi essere ridistribuita con il titolo Il succhiacervelli.

Perché al centro della oltre ora e venti di visione abbiamo proprio un parassita ghiotto di tessuto cerebrale: Aylmer, o Elmer, come ribattezzato dal doppiaggio italiano, essere parlante e vermiforme che entra nella vita del giovane Brian interpretato da un esordiente Rick Hearst, poi riciclatosi soprattutto nell’ambito del piccolo schermo (Beautiful e General Hospital nel curriculum).

Iniettando nella testa del ragazzo una sostanza allucinogena, il mostriciattolo lo utilizza come esca inconsapevole per adescare vittime a cui succhiare, appunto, il cervello, lasciando emergere in maniera evidente una potente allegoria in salsa horror relativa alla tossicodipendenza.

Brian, infatti, arriva a non poter fare a meno della droga che Elmer gli somministra, tanto che in una delle sequenze maggiormente grottesche del lungometraggio sprofonda in incubi in cui immagina di cadere a pezzi; simboleggiando con ogni probabilità lo stato d’animo in cui si trovava il regista Frank Henenlotter nel combattere la propria dichiarata dipendenza da cocaina.

L’Henenlotter che, al suo secondo lungometraggio dopo il folgorante esordio datato 1982 Basket case, dal quale riprende il protagonista Kevin Van Hentenryck per concedergli in Brain damage – La maledizione di Elmer una fugace apparizione in metropolitana proprio nei panni del Duane Bradley accompagnato da immancabile cesto contenente il mostruoso fratello Belial, regala dunque all’appassionato di celluloide dell’orrore un’altra mostruosa, atipica coppia.

Una coppia che, se vogliamo, è caratterizzata ancor più della citata precedente da una forte componente di omosessualità latente (lo stesso regista è gay), tanto che la creatura qui tirata in ballo non solo manifesta un aspetto a suo modo di forma fallica, ma contribuisce anche ad allontanare Brian dalla fidanzata una volta che hanno fatto conoscenza.

D’altra parte, a proposito di forma fallica è impossibile non pensare a ciò proprio nella sequenza dell’uccisione in cui viene simulato un blowjob, decisamente geniale e che ha contribuito non poco a rendere l’operazione un autentico cult dello splatter.

Un cult che, decisamente godibile, macabramente divertente e veloce, nonché impreziosito da ottimi effetti speciali concepiti a basso costo da Gabe Bartalos, Henenlotter infarcisce di indispensabile venatura di humour nero senza renderla mai invadente; mentre ne mantiene il forte pessimismo di fondo e trova anche il tempo di omaggiare Il mistero del falco di John Huston nella sequenza in cui si discute il passato di Elmer e Psycho di Alfred Hitchcock – emulandone addirittura le musiche – in quella della morte di alias Theo Barnes.

Immersa in maniera efficace in una New York piuttosto sporca, squallida e degradata e accompagnata da una splendida colonna sonora a firma di Clutch Reiser e Gus Russo, dunque, Brain damage – La maledizione di Elmer risulta essere ancora oggi, nel XXI secolo, un’opera originale che non risente affatto dei segni del tempo e che merita di essere gelosamente custodita… in questo caso corredata di trailer originale nella sezione extra e di due card da collezione riportanti il video store poster e la locandina francese incluse all’interno della custodia amaray.

 

 

Francesco Lomuscio