In limited edition dvd la Ed Wood Collection

Horrible Tapes, collana home video di Spaghetti Pictures Italia impegnata nel recupero di dimenticate pellicole di genere, continua a deliziare i cinefili degni di questa classificazione lanciando in limited edition la Ed Wood Collection, mastodontico cofanetto da non perdere in cui sono presenti – ciascuno in propria custodia amaray – quattro titoli appartenenti alla filmografia dell’Edward D. Wood Jr. che è stato considerato (a torto, a dire il vero) il peggior regista della storia della Settima arte.

Quattro titoli in versione originale sottotitolata in italiano accompagnati nella sezione extra dai trailer e da curiosità testuali; oltre che affiancati all’interno della collezione dalle rispettive locandine e cartoline, dall’adesivo Horrible Tapes e dalle sceneggiature cartacee (in lingua inglese) di Plan 9 from outer space e Night of the ghouls.

 

Glen or Glenda (1953)

Nei panni di un personaggio denominato “Lo Scienziato”, l’ex Dracula della Universal pictures Bela Lugosi fa da narratore alla vicenda del Glen suggerito dal titolo, che, interpretato dal regista stesso, non riesce a rivelare alla fidanzata Barbara la sua bizzarra abitudine di indossare biancheria intima femminile. Del resto, rappresenta per Wood un film quasi autobiografico Glen or Glenda, che, a metà strada tra il dramma e il documentario, non doveva inizialmente riguardare la tematica del travestito. Un film decisamente all’avanguardia per i tempi in cui venne concepito, considerando che tratta attraverso l’argomento della doppia personalità anche di transessualità e che tira addirittura in ballo una sequenza dal sapore bondage con ragazza che viene legata. Sequenza commentata da sola musica e che richiama inevitabilmente alla memoria la celluloide del muto, arricchendo ulteriormente le bizzarrie woodiane qui spazianti dall’inserimento di materiale audiovisivo di repertorio (si veda l’immagine dei bufali) al classico utilizzo del montaggio nascosto per far apparire o scomparire soggetti.

 

Bride of the monster (1955)

Bela Lugosi è stavolta un folle dottore impegnato a rapire malcapitati da trasformare in superuomini atomici tramite cui conquistare il mondo; mentre, in cerca di uno scoop, una giornalista finisce invischiata proprio nel suo assurdo universo, in mezzo a macchine per il controllo della mente, piovre giganti, sofisticati macchinari, esperimenti illegali e il gigante ritardato Lobo alias Tor Johnsn. E, quando non si tratta di filmati di archivio riguardanti un vero polpo, è ricorrendo ad uno palesemente di gomma e privo di animazione che Wood concretizza il cefalopode all’interno di una storia fanta-horror che sceglie quale elemento principale il mad doctor, figura cara alla cinematografia di genere anni Cinquanta. Una storia fanta-horror che, tra l’altro, rappresenta l’ultimo lungometraggio interpretato da Lugosi, prima della sua scomparsa avvenuta il 16 Agosto del 1956.

 

Plan 9 from outer space (1957)

Allarmati a causa delle ricerche sul nucleare portate avanti dai terrestri, gli alieni decidono di attuare il Piano 9, consistente nel resuscitare i cadaveri delle persone morte da poco per poterli poi usare come aiutanti. Questo è il folle plot di quello che, prodotto dalla Chiesa Battista, proiettato in anteprima nel 1957 con il titolo Grave robbers from outer space ma effettivamente distribuito nelle sale soltanto due anni più tardi, rimane, senza alcun dubbio, il lavoro più celebre della filmografia woodiana. Anche grazie alla fama di film peggiore di sempre conquistatasi attraverso la critica. Anche se, tra attori penosi, scenografie da recita scolastica e dischi volanti concepiti tramite l’utilizzo di piatti di carta (sebbene qualcuno asserisca si tratti di modellini giocattolo), il divertimento trash non manca, accompagnato addirittura da intelligenti sottotesti anti-militaristi. Ad aumentare l’aurea di culto creatasi attorno al film, poi, provvede il fatto che lo scomparso Lugosi appaia grazie alle poche riprese di un Tomb of the vampire mai terminato dal famigerato Ed, oltre che attraverso il ricorso ad una controfigura neanche lontanamente somigliante a lui (per questo motivo, infatti, è sempre ripresa con il volto celato dietro un mantello).

 

Night of the ghouls (1959)

 Interpretato da Kenne Duncan, il dottor Acula, un falso medium, organizza finte sedute spiritiche in una dimora “maledetta” per spillare soldi ai suoi creduloni clienti. Con la conseguenza che, mentre il tenente di polizia Daniel Bradford, dal volto di Duke Moore, inizia ad indagare, le arrabbiate creature demoniache cominciano a manifestarsi realmente in questo sequel di Bride of the monster, del quale ritroviamo in scena il Lobo ora provvisto di faccia deturpata a causa dell’incendio visto nel primo film. Un sequel che, ritenuto una sorta di requiem di Wood e curiosamente simile al Sucker money diretto nel 1933 da Dorothy Reid e Melville Shyer, rappresenta il terzo capitolo di quella che gli appassionati del regista chiamano “The Kelton Trilogy”. Una trilogia il cui secondo tassello è Plan 9 from outer space e che si riferisce alla presenza di Paul Marco nel ruolo di Kelton, poliziotto piagnucoloso e riluttante.

 

Francesco Lomuscio