Intervista al cantautore Corrado Coccia

Corrado Coccia

Come e quando nasce Corrado Coccia…musicista, cantante o tutte e due le cose insieme?

Artisticamente nasco alla tenera età di 13 anni componendo una canzone dal titolo “ A volte vorrei “. La passione per la musica da scrivere e da interpretare, nasce da Nino Rossi ( compianto cantautore dialettale meneghino ), che mi trasmise questa grande passione per la scrittura e l’esposizione della stessa. Non penso di essere un musicista. Penso di essere una persona che sa degnamente accompagnarsi al pianoforte, e che ad esso aggiunge un testo. Un cantautore quindi potreste chiedermi ? Nemmeno ! un cantastorie.. le mie storie.

Facci conoscere un po’ del tuo percorso musicale.

Iniziai con una vecchia tastiera di un amico, compresi i veri rudimenti della stessa, e decisi quindi di ingaggiare una mia vecchia parente che insegnava pianoforte al conservatorio di Milano. Frequentai con lei corsi di pianoforte classico, solfeggio e trascrizione sotto dettatura. Ci furono le prime meravigliose sonate di Bach e Beethoven e così via. Alcuni anni più tardi, mi iscrissi al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, per frequentare dei corsi serali per musicisti lavoratori.
Quando cominciai a destreggiarmi autonomamente, decisi seriamente di scrivere le prime canzoni. D’apprima, furono canzoni d’amore, con il passare del tempo, mi resi conto che le mie canzoni dovevano diventare fotografie. Mi concentrai con parole che potessero davvero far vivere il momento che io stesso stavo vivendo potendolo vedere e persino toccare. Questa fu la mia grande ambizione che tutt’ora ho.

E’ uscito il suo nuovo album “Chiaroscuro”, un lavoro molto originale, dove sei riuscito a
ben amalgamare la recitazione poetica con la canzone.
In che momento è nata questa idea?

Se per poesia si intendono i preludi alle canzoni recitati dall’amico attore Daniele Arzuffi, quelle più che poesie, sono una voglia di rimarcare il significato delle canzoni. Si dice
( giustamente ), che le canzoni vadano scritte ma non descritte, ma c’era in me la voglia di sottolineare ! fa un pò parte del mio carattere rimarcare le cose. Forse perché ho sempre paura di non farmi capire. La poetessa Annabruna Gigliotti invece, ha dato il suo contributo con una straordinaria poesia intitolata “ Insonnia “ . Scelsi quest’ultima sua creatura letteraria, proprio per introdurre un brano che somiglia più ad una “ ninna nanna
“ che ad una vera e propria canzone.

A questo punto mi viene da chiederti quel’è il tuo poeta preferito…

Amo tutta la poesia. Anche quella meno riuscita forse perché ho grande rispetto verso quella che definisco essere la VERA forma d’arte espressiva. Se però dovessi essere messo con le spalle al muro e quindi scegliere, risponderei Umberto Saba.

Definisci “Chiaroscuro” un album invernale, questo si spiegano le foglie morte disegnate
in copertina?

“ Chiaroscuro “ è indubbiamente un disco autunnale ed invernale. Bisogna che lo si ascolti dinnanzi ad un camino e magari con un bicchierino scelto con cura dalla propria cantina. Le atmosfere sono di indubbio stampo introspettivo e quindi si cerca in esso il calore. Le foglie indubbiamente, ricalcano il periodo al quale facevo riferimento qui sopra, altresì c’è anche un discorso cromatico. Si passa dalle foglie chiare a quelle scure. Approfitto per ringraziare Arianna Ravidà artefice della grafica.

Nella presentazione ci tieni a precisare che nel tuo lavoro ci sono sonorietà “costruite con le mani”.
Perchè questa decisione, e cosa intendi veramente dire con questa frase?

Viviamo in un mondo computerizzato anche per quanto concerne la musica. Spesso i suoni sono artefatti e sintetici, spesso ci si affida al calcolo del pc per decidere o fissare un tempo. Volevo che dalle canzoni, potesse invece trasudare fatica e impegno umano. Ovvio che i computer si sono usati, ma solo in fase di mix e post produzione. Il resto è davvero tutto fatto con le mani e con la fatica. Una gran bella fatica.

Questi 9 brani inediti segnano una marcata evoluzione nel tuo stile cantutoriale, ti ci sei trovato bene…e pensi di continuare sempre su questa linea in futuro?

Penso che ogni epoca segni l’uomo. Negli ultimi anni, la mia vita non è stata tra le più invidiabili. Il cantautore è una figura che riporta spesso se stesso in quello che scrive… Forse questa mia esperienza personale di vita vissuta, mi ha portato a diventare più introspettivo, più fifone nei confronti del mondo che mi circonda, ma anche più coraggioso. Non posso quindi rispondere se continuerò su questa strada. Spero di cambiarla forse… Vorrebbe dire che mi sarò rasserenato, e che il mio modo di scrivere possa essere mutante.

Chi ha collaborato con te nella realizzazione dei brani?

I brani sono di mia composizione, ma sono stati arrangiati da Marcello Noia ( clarinettista e sassofonista ), Roberto Arzuffi ( produttore e chitarrista ), Daniele Arzuffi ( voce
narrante ), Davide Arzuffi ( batterista ), Roberto Dragonetti ( basso elettrico ed acustico ),
Paola Diamanti ( violino ), Annabruna Gigliotti ( poetessa ), Arianna Ravidà ( grafica )

C’ è un messaggio specifico che lega tutti brani del tuo cd, e che vorresti trasmettere a
chi li ascolta?

Direi che non c’è soluzione di continuità. Vorrei davvero che ogni canzone, possa essere una fotografia e che questa fotografia possa entrare nelle case e nei cuori delle persone. Forse il collante potrebbe essere il viaggio. Un viaggio non per forza fisico.

Corrado Coccia sta già pensando ad un prossimo progetto?

In realtà si… Ma ovviamente non posso parlarne. Sicuramente, sarà una produzione assai diversa… Nella vita ( per mio conto ), è d’obbligo il rinnovo sennò non ci sarebbero più stimoli.