L’attore Anthony Mackie ha presentato in anteprima a Roma le prime immagini di Captain America: Brave new world, di cui è protagonista, in arrivo nelle sale cinematografiche italiane il 12 Febbraio 2025, trentacinquesimo film del Marvel Cinematic Universe, basato sul personaggio di Sam Wilson.

Si tratta del sequel di Captain America: Civil War, nonché della continuazione della miniserie televisiva The Falcon and The Winter Soldier.

La prima cosa che viene spontaneo chiedere a Mackie è come è stato rendere effettivo questo cambio di scudo, che si era già visto in televisione in The Falcon  and The Winter Soldier. In questo film c’è la consacrazione cinematografica del nuovo Captain America con il suo volto. L’attore è entusiasta di questa fantastica esperienza: il suo primo film, ventiquattro anni fa, è stato 8 Mile, mentre il suo ingresso nel MCU come Falcon è del 2014 (Captain America: The Winter Soldier). È stato un viaggio sorprendente. Lui, cresciuto con il Batman di Michael Keaton, non immaginava che tutto ciò potesse avvenire, che si potesse concretizzare questo sogno, avvenuto con il passaggio dello scudo da Steve Rogers a Sam Wilson. Essere Captain America rappresenta per l’attore molte cose diverse: è un uomo che mantiene la sua dignità, a cui affidarsi in caso di pericolo. La sensazione, come attore, è stata quella di tornare a quando, da bambino, c’era il drago e la principessa da salvare; tutti gli attori, a suo dire, vogliono tornare a quel giorno, prima che qualcuno gli dicesse che non esistono i draghi. In Captain America: Brave new world fa il suo ingresso Harrison Ford. Com’è stato lavorare con lui? Molto stressante dice Mackie; il giorno peggiore nella storia del cinema. Per raccontare di quanto Harrison Ford sia un mito, Mackie ha descritto un episodio che gli ha spezzato il cuore: vedere un ragazzo che, nonostante diversi ciak, non riusciva a dire la sua battuta all’attore ed è scoppiato a piangere. Mackie ha raccontato anche di un invito a pranzo cui Ford ha risposto dicendo che voleva mangiare “italiano pulito”, lasciando spiazzato l’attore e tutta la sala sul significato del termine.

Parlando del Presidente neoeletto, si è chiesto a Mackie se il cinema anticipasse la realtà, quanto il presidente “rosso e cattivo” rispecchiasse la situazione odierna e cosa avrebbe suggerito, da Captain America, a Donald Trump. Mackie ha risposto che il film è di intrattenimento e ha poco a che vedere con la realtà. Come Captain America, direbbe al Presidente di essere comprensivo, di avere pietà; secondo Mackie, la cosa fantastica dell’essere un leader è che non bisogna dire alle persone cosa fare, ma piuttosto ascoltare gli altri. Per trovare la strada che poi – da leader – viene presa. Essere leader per Mackie significa avere una mentalità aperta, e avere parimenti compassione e pietà. L’attore ha inoltre aggiunto che l’intero universo Marvel ha a che vedere con la fiducia e la compassione, con la fiducia e la fiducia tradita. Gli si è chiesto quanto fosse stato impegnativo a livello fisico il film, e ha risposto che lo è stato molto vari aspetti, perché ne è anche uno dei produttori. L’aspetto fisico in realtà è la cosa più semplice, bastano palestra e dieta, mentre quello che è davvero importante è rendere il tutto memorabile, far sì che sembri vero, creare un rapporto con il pubblico. È questo, per Mackie, il ruolo dell’attore: far provare al suo pubblico l’esperienza di identificarsi col personaggio. Nel cast vi è poi Giancarlo Esposito, uno dei più grandi cattivi del cinema, che Mackie ha scelto espressamente, dicendo che è il miglior attore che avrebbe potuto chiedere. A New York, da quando aveva diciotto anni, Mackie lo conosceva da tanto, seguendolo anche a teatro.

Captain America: Brave new world presenta l’aria di una ripartenza, ma secondo l’attore non si tratta di un rebranding: “Il difficile è stato ripartire dopo Avengers: Endgame, che è la fine del gioco. Come ricominci? Questo film ha messo i primi mattoni per la costruzione della prossima scaletta; bisognava portare quelle storie da Avengers: Endgame alla generazione successiva”. Essere Captain America comporta una responsabilità nel film e nella vita? L’attore ha risposto che tutti i film hanno delle responsabilità, anche G.I. Joe o Wonder Woman, che ci ha insegnato che le donne possono essere toste. C’è una responsabilità sociale, essere sempre il buono che combatte i cattivi. Captain America ha formato gli Avengers. Secondo lui oggi occorrerebbe una squadra con persone che si parlino tra loro da ogni parte del mondo, aiuterebbe molto. E ha sottolineato l’importanza di ascoltarsi a vicenda, di avere comprensione l’uno con l’altro. È questo, a suo parere, che insegna Captain America, ed è questo quello che serve oggi: capire quali sono i valori importanti. In un mondo ingiusto, si è chiesto infine a Mackie chi sono i suoi eroi, chi vorrebbe in un team di Avengers. Il suo sogno è avere un Avengers team formato dalle persone che ha ammirato crescendo. A partire dalla sua insegnante di recitazione, Mrs. Richardson. A parte i suoi genitori, Mackie passava molto tempo con gli insegnanti, e la Richardson era molto spaventosa. Poi non sarebbero male Steve McQueen e Monica Bellucci, che una volta ha visto causare un incidente stradale. Lei, ha osservato ridendo, bloccherebbe sicuramente i cattivi.


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