Intervista a  “Cristiana Lionello”: “Ti do del lei!”

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Cristiana Lionello è una delle più brave  e talentuose  doppiatrici  del nostro paese. Figlia dello straordinario e indimenticabile Oreste Lionello,  ricopre la carica di presidente della società di doppiaggio CVD.

Ciao Cristiana, benvenuta su Mondospettacolo, pochi giorni fa si è inaugurata a Roma e più precisamente a Villa Borghese una strada dedicata a tuo padre: Viale Oreste Lionello. Che emozione hai provato riguardo a questo straordinario ed emozionante omaggio a tuo padre?

Ciao Alex, grazie a te per l’invito. Riguardo al Viale dedicato a papà, per prima cosa sono stata felice del riconoscimento che gli è stato dato e poi devo ancora dirti che per la prima volta da quando se ne è andato, io l’ho sentito libero, perché quello era un posto che gli apparteneva, apparteneva a lui e apparteneva a noi, era un posto che frequentavamo molto, era il luogo della sua vita, e ho sentito come se la sua anima si fosse sentita libera e a casa, finalmente dopo 7 anni ho avuto questa bellissima sensazione. E ora (sorride) chiederemo un autostrada dedicata a papà “La Roma – Reggio Calabria”

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Nella tua lunghissima carriera hai doppiato tantissime attrici per il cinema e la televisione, ma quali sono le interpretazioni alle quali sei maggiormente affezionata e che ricordi con maggiore emozione?

Chiaramente ricordo con grandissima emozione il primo film importante che ha dato il via alla mia carriera. “Manhattan”, il capolavoro di Woody Allen nel quale ho doppiato Mariel Hemingway, tra l’altro, anche lei alla sua prima interpretazione (sorride).  Dietro questa mia prima esperienza da doppiatrice, c’è però una storia che ti devo raccontare. Devi sapere, che mio padre non voleva che facessi questo mestiere, papà conoscendo l’ambiente pensava “questa la metto dentro una campana di vetro e la guardo solo io” era un po’ geloso papà. Però io avevo lo spettacolo nel sangue, e insistevo per fare teatro, ma lui non mi fece fare nemmeno l’accademia, alla fine però, dopo la mia continua insistenza, decise di  farmi da Maestro dandomi del lei per tutta la vita, ovviamente sul lavoro.

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Oreste e Cristiana Lionello

Ma come si faceva dare del lei e ti dava del lei?

Certo, perché così era tutto molto più professionale, ma torniamo a Manhattan; come sai, papà doppiava Woody Allen e inoltre era anche il direttore del doppiaggio dei film di Woody Allen e in questo film c’era appunto questa giovanissima attrice Mariel Hemingway che aveva la mia età: 16 anni, nasceva quindi l’esigenza di trovare la voce più adatta, a questo proposito, mio padre fece centinaia di provini in tutta Italia cercando la voce più adatta, la candidata doveva avere una voce che facesse pensare ad una sensazione di ingenuità, che era tra l’altro la stessa della Hemingway nella versione originale. Ma nonostante i tantissimi provini, papà non riuscì a trovare la voce che cercava, io gli dissi “Ma fallo fare a me il provino”  e lui mi rispose, “No! Non voglio essere tacciato di nepotismo”, io però ero disperata, volevo doppiare a tutti i costi, anche se non ero bravissima a doppiare, però volevo provare lo stesso. Intervenne  quindi mia madre che disse a papà “Ma dai, falle fare il provino, poi anche se non la prendi almeno lei rimane contenta”.  E fu così, che finalmente feci quel provino, ma papà fece una cosa particolare, numerò tutti i provini uno per uno e li spedì tutti in America,  in modo da far decidere direttamente la produzione. E sai che cosa accadde poi?

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Mariel Hemingway in Manhattan

No, dai continua, il tuo racconto è a dir poco avvincente (sorrido)

Accadde che venne scelto proprio il mio provino (sorride) e conseguentemente iniziò la mia preparazione, papà non solo mi insegnò a doppiare, ma mi insegnò l’arte della recitazione, devi però sapere che papà professionalmente parlando era molto severo e non ti dico le cose che mi diceva quando sbagliavo , “Lei non capisce niente” e questa era la cosa più dolce (ride), perché era tremendissimo sul lavoro. Poi però quando tornavamo a casa e io gli chiedevo, “Dai papà ,dimmi davvero come sono andata” lui mi rispondeva ” Come sei bella ” e mi abbracciava.

Finito il doppiaggio, mi fece montare tutte le scene della Hemingway e mi disse “Adesso ascolti ciò che ha fatto” e io lì, in sala di doppiaggio rivedendo tutte quelle  scene pensai, “ma sono io ad aver fatto tutto questo?”  Finito il tutto gli chiesi,  “Ma papà è venuto bene no? Insomma qualcosa di buono è venuto?”, e lui mi rispose “Ci vediamo stasera a cena signorina”.  E così ci trovammo io e lui da soli  a cena, la mia curiosità era tale che gli dissi “Adesso se non mi dici qualcosa papà, ti strappo gli occhiali” e lui incominciò a piangere, gli chiesi il perché del suo pianto e lui mi rispose “Perché ho avuto la stessa sensazione di quando sei nata” , si Alex, perché devi sapere che mio padre mi vide nascere e credo che quindi il vedermi diventare una doppiatrice grazie ai suoi insegnamenti, fu per lui evidentemente come il rivivere nuovamente il momento della mia nascita e fu davvero un momento tanto  emozionante per noi due.

CYRANO DE BERGERAC, from left: Gerard Depardieu as Cyrano, Anne Brochet as Roxane, 1990. ©Orion Classics
CYRANO DE BERGERAC, from left: Gerard Depardieu as Cyrano, Anne Brochet as Roxane, 1990. ©Orion Classics

Un altro film che è praticamente un Kolossal per quanto mi riguarda, sia per il film che per la traduzione  è il Cyrano de Bergerac , quello con Depardieu, film del quale mio padre ha fatto la traduzione del testo e pensa che questa traduzione viene studiata nelle università, è un lavoro di grandissimo valore, pensa che per tradurla tutta ci ha impiegato 6 mesi.  Che poi, è tutto nato casualmente, una sera io e mio marito eravamo a cena da  Achille Manzotti che aveva comprato il film in Francia, dopo cena Achille mi disse, “Senti Cristiana guardati sto pezzo di film e poi dimmi se c’è qualcuno in Italia in grado di farmi i dialoghi in rima, ma chi lo può fare, chi?” Io guardai lo spezzone di film e poi rivolgendomi ad Achille gli risposi ” Guarda non perché è mio padre, ma credo che sia l’unico in grado di fare una cosa simile”.  E fu così che iniziò la grande avventura della famiglia Lionello nel film Cyrano! Io doppiai Anne Brochet (Roxane), mio fratello Luca Vincent Perez (Cristiano de Neuvillette), poi Achille Manzotti chiese a papà di doppiare Depardieu, ma papà gli disse che non aveva la voce adatta a coprire Depardieu, e così venne scelto Oreste Rizzini, che fu straordinariamente bravo a fare Depardieu. Alla fine, tutti abbiamo seguito parola per parola le direttive di papà, è stata davvero una esperienza che ci è rimasta dentro per sempre, un opera d’arte!

Alex, ti dico anche un altra cosa, per lavorare sui dialoghi del film, papà si ritirò 3/4 mesi in Sardegna a Porto Cervo, pensa che fece tre/quattro versioni dei dialoghi e ricordo ancora che alcune notti mi telefonava chiedendomi quale mi piacesse di più tra le diverse versioni, leggendomi queste rime una dietro l’altra, erano davvero tutte bellissime.

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Hai dato la tua voce a tantissime splendide attrici, tra le quali ricordiamo: Sharon Stone, Cate Blanchett, Nastassja Kinski , Gina Gershon, Teri Hatcher, Kim Basinger e ancora Annette Bening in American Beuty e Jeanne Tripplehorn in Sliding Doors. Hai avuto l’opportunità di conoscerle personalmente? E a chi pensi di assomigliare di più?

(Ride) Guarda Alex, io sono la migliore di tutte, anche perché non sono rifatta. No, non le conosciute, ho solo incontrato Sharon Stone, anzi per l’esattezza ci siamo sfiorate al cinema alla prima di di Basic Instinct 2 e io le volevo dire (sorride) i’m your  voice. Una che invece incontrai fu Joanna Johnson la Caroline di Beautiful,  la prima moglie di Ridge, pensa che quando la fecero morire nella soap pianse tutta Italia, e non hai idea di quante telefonate che mi fecero chiedendomi : “Come Stai”?  (ride). La incontrai se non ricordo male in occasione di una Domenica In, di quelle condotte da Pippo Baudo, nella quale furono presenti il cast e i doppiatori di Beautiful. Anche se in realtà gli americani non hanno la cultura del doppiaggio e non sanno quindi che magia c’è dietro, l’unico a conoscerla bene è Woody Allen, perché lui segue i suoi film in Europa in maniera molto severa, tanto è vero che quando ascoltò la voce di mia padre pensò: non può esistere un uomo che mi doppia a questo modo…quello sono  io.

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Cristiana Lionello

Se qualcuno dei nostri lettori o delle nostre lettrici volesse intraprendere la carriera di doppiatore, quale sarebbe il tuo consiglio?

No, non lo facciano, oggi come oggi proprio no, questo lavoro è diventato una catena di montaggio.

Prossimamente dove sentiremo la tua bellissima voce? (Sorrido)

Guarda Alex, proprio in questi giorni è stata trasmessa questa bellissima serie ambientata in un pronto soccorso di Los Angeles dal titolo Code Black, nella quale doppio la dottoressa protagonista, guardatemi ed ascoltatemi (sorride), è davvero una bella serie e doppiare la protagonista è stato davvero impegnativo, ma ne è valsa la pena.

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Marcia Gay Harden è la protagonista di Code Black doppiata da Cristiana Lionello

Tornerai a recitare a Teatro?

Mi sono presa un periodo di stop, perché non ho più quel sacrificio, quella voglia,  perché devo ritrovare gli stimoli, anche, se so già che mi mancherà tornare sul palcoscenico.

Ma quali sono le tue priorità?

La mia famiglia, i miei figli e questo ha inciso moltissimo anche sulla mia vita professionale.

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Cristiana e Oreste Lionello

Com’era il rapporto con tuo papà al di là del lavoro?

Papà è sempre stato super impegnato, faceva 8 lavori in contemporanea, faceva tre turni di doppiaggio, poi andava in radio, poi andava in televisione, poi in teatro, poi faceva “Paradise” di Falqui e faceva il secondo tempo dello spettacolo al Bagaglino, poi faceva 2 cose in un film ecc. ecc.

Quindi lo vedevi pochissimo!

Si avevamo orari diversi, però poi  il bello è che improvvisamente si prendeva un periodo di riposo e ci portava in giro 4 mesi per l’Europa con un pulmino. Oppure dopo aver girato un film in Africa ci portò tutti quanti con lui in Africa. Ma era un papà super presente anche se lavorava moltissimo, è sempre stata la qualità del tempo che mi ha e ci ha regalato, che ha fatto sì che il nostro rapporto fosse fantastico!

Cristiana, la nostra intervista termina qui, ringraziandoti per avermela concessa, colgo l’occasione per rinnovarti i miei complimenti, per la tua straordinaria carriera, e per augurarti le cose più belle.

Alex Cunsolo