Intervista a Giuseppe D’Alonzo su Fantasmi di carta

E’ uscito a fine 2022 “Fantasmi di carta”, il nuovo disco di Giuseppe D’Alonzo. Il Cantautore ha messo in musica il suo amore per l’arte e la vita. Incuriositi gli abbiamo fatto un po’ di domande!

Intervista Giuseppe D’Alonzo

Ciao Giuseppe D’Alonzo, presentati ai nostri lettori. Raccontaci come ti sei avvicinato alla musica

Ciao a tutti e grazie per ospitarmi nel vostro spazio editoriale.
Sin da piccolo ho amato la chitarra, quindi il mio primo approccio alla musica è stato questo meraviglioso strumento a corde. Solo quando ho iniziato a scrivere canzoni ho acquistato un basso elettrico e una tastiera, e man mano ho messo in piedi un piccolo studio di registrazione, molto basilare e old style, ma c’è quello che mi serve. L’anima però è rimasta quello di chitarrista, scrivo sempre con la chitarra.

Lavorare nella musica. La difficoltà in questo settore sta nel riuscire a mantenersi solo di musica e niente altro. Tu riesci in questa impresa? Che consiglio daresti alle nuove leve.

In questo millennio è difficile fare una sola cosa, o meglio, chi è curioso e ha l’ambizione di conoscere e vivere il mondo, generalmente abbraccia più discipline, questo è il secolo delle multi-potenzialità, teoria risalente alla fine degli anni ’70 ma che oggi trova piena applicazione.

Proprio in virtù dei potenti mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione riusciamo ad interessarci e scovare i nostri talenti, cosa che prima era molto più complicato fare. Quindi il mio consiglio è: siate curiosi, non smettete mai di provare, di cercare e di interessarvi a nuove cose. La musica potrà essere di sicuro un vostro canale espressivo ma non fermatevi lì, un precursore è stato Bob Dylan che per tutta la sua carriera di cantautore ha continuato a coltivare la sua passione per la pittura e scultura, riuscendo, a mio avviso, anche bene…ma anche Battiato se vogliamo è stato uno studioso di filosofia orientale, abbiamo avuto professori laureati in Lettere divenuti cantautori, come Vecchioni e così via.

Oggi questo fenomeno, che prima era davvero per pochi, è alla portata di tutti nel mondo, così detto, occidentale. Io ho anche una passione per la scienza, sono ingegnere elettronico e sono stato sempre affascinato dalle telecomunicazioni, Guglielmo Marconi era un mio idolo, ho visitato il luogo in cui fu ricevuto il primo messaggio radio transoceanico trasmesso dall’Europa verso gli Usa , a Cape Cod dallo stesso Marconi.

Musica e numeri hanno grandi affinità, i più grandi matematici e fisici avevano una immaginazione e creatività fuori dal comune. Pensate a chi oggi sviluppa modelli matematici che non trovano ancora applicazione nel mondo della fisica ma che magari la troveranno in futuro, come è spesso accaduto; suonano una musica tutta loro, che verrà capita chissà quando nel futuro.

“Fantasmi di carta” è il tuo ultimo lavoro, raccontaci qualche aneddoto sul disco che ancora non hai svelato a nessuno.

Uno dei brani che preferisco è Martha’s Vineyard, un brano strumentale che ho scritto anni fa proprio mentre soggiornavo a Cape Cod e ho soggiornato in questa isola appunto Martha’s Vineyard.
Questo posto magico, luogo di ambientazione del romanzo Moby Dick con porticcioli alla Cabot Cove, per chi seguiva Jessica Fletcher, mi ha ispirato questo brano strumentale, scritto in pochi minuti con una vecchia Dobro lasciata invecchiare nella hall di un minuscolo B&B.

Quando riascolti la tua musica ti emozioni o preferisci “cambiare canale”?

Devo dire una volta prodotta la lascio perdere, per diversi motivi. Il primo istintivo perché dopo ore di missaggio, post produzione etc…non ne posso più, il secondo perché mi piace andare avanti e cerco sempre “nuova” musica da ascoltare, pesco molto nel passato, ci hanno lasciato un patrimonio enorme, non possiamo far altro che ringraziare chi ha lavorato per lasciare l’impronta della sua anima. Oggi non so se i nuovi artisti lasciano lo stesso tipo di impronta…mi sembra tutto molto più “ragionato” e meno “di pancia”, così è difficile mettere a nudo la propria anima, ma come dicevo sono i pro e i contro dell’avvento della tecnologia…dobbiamo cercare di domarla, deve essere al nostro supporto, mai noi al suo…

Quali sono le figure professionali che più ti hanno aiutato in questo settore?

Sai, il mondo che ruota intorno agli artisti è davvero un mondo strano, chi vede anche altri settori si può trovare un po’ spiazzato nell’osservare questa enorme forza propulsiva che ruota appunto intorno alla figura degli artisti, l’egocentrismo. La fatica che ho fatto, soprattutto all’inizio, era proprio il distinguere quanto di vero artista c’era in una persona e quanto invece era solo voglia di apparire, di salire su un palco, scopiazzare e così via…è stato complesso per un neofita del settore, l’ho scritto anche in un verso di un mio vecchio brano: L’Anonimato, che recita appunto “aprivi l’anima senza riserve a chi si cibava della tua pelle”. Quindi non sono state tanto le figure professionali ad aiutarmi, ma le persone vere e gli artisti veri che ho incontrato e che mi hanno, inconsapevolmente, aiutato a distinguere le varie sfumature in questo settore.

Quali sono i tuoi prossimi progetti, Giuseppe D’Alonzo?

Sto lavorando ad una cosina piccolina ma molto carina, secondo me, che dovrebbe uscire la prossima primavera o al più inizio estate, ma non voglio rivelare nulla…

https://www.instagram.com/gidalonzo/