Intervista a Ivan Francesco Ballerini

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IVAN FRANCESCO BALLERINI
IVAN FRANCESCO BALLERINI

Ballerini Ivan Francesco (Manciano, 15 Gennaio 1967) è un cantautore e musicista italiano.

Nato nell’entroterra maremmano, mostra sin da piccolo uno spiccato interesse per la musica ed il canto.

Il padre è un noto pittore, conosciuto grazie alla mostra di pittura divenuta, col passare degli anni, un punto di riferimento per moltissimi pittori d’Italia.

La madre è stata una insegnante ed è a lei che Ivan Francesco, sul finire delle scuole elementari, chiese di acquistare un pianoforte ed iniziare a studiare musica.

Ma non è il pianoforte lo strumento prediletto, bensì la chitarra acustica, complice anche suo fratello maggiore che già maneggiava tale affascinante strumento. 

Andiamo a conoscerlo meglio con una bella intervista

Quando nasce l’artista IVAN FRANCESCO BALLERINI?

La mia passione per la musica credo di averla avuta sin dall’infanzia.

Mia mamma mi diceva spesso: “tu Ivan sei nato cantando”.

E a lei che ho chiesto se avessi potuto iniziare a studiare musica ed è a lei che chiesi di acquistare un pianoforte.

Ma lo strumento che da sempre mi affascina è la chitarra acustica.

 

Riascoltando i tuoi due album precedenti “Cavallo pazzo” e “Ancora libero”,

quale è la differenza sostanziale che riscontri in questo tuo nuovo lavoro?

Credo che il mio lavoro sia sempre stato coerente e che non vi siano differenze sostanziali tra i vari album pubblicati.

Se proprio dovessi trovare delle differenze, forse le potrei trovare sulla costruzione delle canzoni, e sulla

parte letteraria dei testi, perché ritengo che si impari a scrivere scrivendo e in particolar modo leggendo.

I cantautori che più mi hanno influenzato artisticamente sono stati Fabrizio De Andrè e De Gregori.

Ma ho ascoltato molto anche Lucio Dalla, Ivano Fossati.

Da un punto di vista letterario invece gli autori italiani che prediligo sono Primo Levi, Italo Calvino, Pontiggia,

Dino Buzzati… Dante, Boccaccio, Manzoni… ma mi piace molto anche la letteratura estera.

Nella studio della letteratura ho appreso che la nostra lingua è già di per se una musica,

basta leggere un canto dell’inferno per comprendere esattamente ciò che dico… e questa musica non è cosa semplice da apprendere.

Un doppio ritorno quindi: quello di Ivan Francesco Ballerini artista e quello della canzone d’autore tradizionale.

Sei un eroe o un utopista? 

Scrivo con il bagaglio culturale in mio possesso. Non credo di essere un eroe.

Posso soltanto dire di prestare una cura particolare durante la stesura dei testi, cercando sempre di utilizzare un italiano

consono ai concetti e alle cose che vado raccontando… credo ve ne sia tanto bisogno, specie per i più giovani,

che hanno una scarsa conoscenza delle potenzialità della nostra lingua.

Ritengo non si possa scrivere senza aver letto molto.

 

Ascoltando l’album sembra di viaggiare con la macchina del tempo e dello spazio.

Le tua ballate nascono da un pensiero o da un’emozione?

Nascono quasi sempre da un pensiero… quasi.

Non ho un “modus operandi” fisso per scrivere una canzone.

A volte parto con un’idea già chiara in testa, che cerco di sviscerare accostandovi una musica che sposi ciò

che sto raccontando… a volte scrivo dopo aver letto la vita di altri personaggi, come è successo per Cavallo Pazzo,

Gufo Grazioso o attualmente con Vasco da Gama.

A volte prendo spunto da poesie, come è accaduto col brano “per me sempre sarai” tratto da una poesia di mio babbo.

A volte scrivo dando sfogo alla mia fantasia e alle mie emozioni, cosa che mi accade sempre quando scrivo canzoni in cui parlo  di mia figlia

Eleonora Ballerini… la mia fotografa personale.

 

Viaggi non solo mentali ma anche concreti. E tu hai scelto il mare. Alle nuvole preferisci le onde?

Ho preso il mare come pretesto per raccontare un viaggio.

Avrei potuto raccontare lo stesso tante cose parlando di un viaggio avvenuto via terra… ma in questo caso ho preferito il mare.

Avendo scritto due brani su marinai leggendari come Vasco da Gama ed il misteriosissimo Pêro da Covilhã,

la scelta mi sembrava più che ovvia.

Sempre dalla bellissima raccolta “storie di mare” di Joseph Conrad ho tratto spunto per comporre i brani “cuore di tenebra” e “tifone”.

Ecco perché è importante leggere per poter scrivere, per non cadere su argomenti triti e ritriti o sulle solite canzoni d’amore.

 

Hai già qualcosa di nuovo che ti ronza nelle orecchie?

Portare a compimento in solitaria un album come questo, dove dentro si avvicendano 9 musicisti, uno più bravo dell’altro,

non è stata cosa facile.

Tra l’altro ho dovuto cercare una etichetta discografica che pubblicasse questo mio nuovo lavoro, anche questo un lavoro complicato.

Fortunatamente sono approdato alla casa discografica milanese Long Digital Playing che mi ha accolto con un calore ed un affetto incredibili.

Da un punto di vista monetario produrre un disco con tutti questi accorgimenti è veramente oneroso.

 

Al momento sono ancora in gara nella rassegna del Tour Music Fest dove ho superato la smart e la live audition.

Spero di venir chiamato per l’esibizione nazionale che avverrà a novembre nella repubblica di san marino.

Lo saprò a breve.

Due brani di questo mio nuovo lavoro sono invece stati accettati per bellissima rassegna di MUSICULTURA.

Questo è un obbiettivo che ritengo fondamentale per la mia carriera di cantautore.

 

Ho già molti brani nuovi pronti per essere arrangiati… ma non voglio svelare niente di più.