Marco Rizzo, figura storica della sinistra italiana e leader del Partito Comunista per anni, è finito sotto i riflettori per un presunto cambio di rotta nella sua strategia politica.
Un recente articolo pubblicato su Mowmag (https://mowmag.com/attualita/marco-rizzo-o-del-degrado-della-politica-ecco-come-l-ex-comunista-ha-sostituito-le-partigiane-con-eva-henger-e-cerca-voti-tra-i-clienti-della-gintoneria-e-gli-spettatori-de-la-zanzara-di-cruciani) lo ha accusato di aver abbandonato i valori tradizionali del comunismo per abbracciare un approccio più mediatico e populista, fatto di apparizioni a La Zanzara, commenti su figure come Eva Henger e un dialogo diretto con un pubblico lontano dalla lotta operaia classica.
Noi di Mondospettacolo abbiamo deciso di intervistarlo per capire se queste critiche abbiano fondamento e come Rizzo giustifichi il suo percorso attuale. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Signor Rizzo, l’articolo la accusa di aver abbandonato i valori tradizionali del comunismo, come il legame con le partigiane e la lotta operaia, per rivolgersi a un pubblico più mediatico o ‘populista’, ad esempio partecipando a trasmissioni come La Zanzara o commentando figure come Eva Henger. Come risponde a questa critica? Crede che il suo approccio attuale sia coerente con l’ideologia comunista che ha sempre sostenuto?”
“Il mio impegno politico, che ormai ha superato i cinquant’anni di militanza, si è sempre correlato a quella che una volta veniva definita ‘l’analisi concreta della situazione’. Oggi il mondo sta cambiando rapidamente: basti pensare a quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove Trump sta disarticolando il blocco di potere globalista occidentale. Di conseguenza, per stare su questa massima, che ha sempre informato la mia vita, potevo scegliere se essere il custode dell’urna del comunismo oppure se mettere in campo la mia titolarità e la mia esperienza ‘per cambiare lo stato presente delle cose’. Ho scelto la seconda opzione perché ritengo sia quella che serve di più al popolo, che oggi è rappresentato dalla classe lavoratrice, ma anche dal ceto medio che vive un processo accelerato di proletarizzazione.”
“Pensa che il modo in cui si rivolge al pubblico oggi, ad esempio attraverso i social o i media mainstream, sia una necessità per raggiungere un’audience più ampia, o rappresenta un cambiamento nella sua visione politica?”
“Quando arrivò il grande cambiamento nel processo produttivo in Inghilterra con l’introduzione dei telai, immediatamente si creò un movimento guidato da Thomas Ludd per distruggere i telai. Ecco, io credo che l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale debbano essere piegate all’interesse collettivo e non spaventate dal nuovo che arriva. In sostanza, sono per l’uomo che controlla la tecnica e non viceversa. Lo stesso vale per i nuovi mezzi di comunicazione, che vanno usati non per quello che sono, ma per quello che ci possono servire. In tal senso sto operando per diffondere al meglio la teoria politica che, con Francesco Toscano, abbiamo definito del Sovranismo Popolare. Questo è il mio impegno usando ‘anche’ i social.”
“Crede che il suo engagement con personaggi dello spettacolo o della cultura popolare, come Eva Henger, possa alienare gli elettori storici del Partito Comunista o, al contrario, attrarre nuovi sostenitori?”
“Reputo il mio compito nel far crescere le idee che vogliamo propugnare un obiettivo ambizioso da conseguire. Saranno i risultati che ci diranno se la scelta messa in campo avrà successo.”
“Come descriverebbe il suo elettorato ideale: di destra o di sinistra? A chi si rivolge oggi, e perché pensa che il suo messaggio possa raggiungerli?”
“Destra e sinistra non esistono più. O meglio, sulle questioni fondamentali, dalla politica estera a quella interna, sono ormai diventate due facce della stessa medaglia. Mi rivolgo principalmente a quelli che non votano perché, giustamente, nauseati dai comportamenti della politica. Ma certo, nell’ambito dei votanti, a quelli con maggiore sensibilità critica.”
“Partecipare a trasmissioni come La Zanzara, nota per il suo stile provocatorio, è una strategia deliberata per raggiungere un pubblico giovane o disilluso dalla politica tradizionale? Come bilancia questo approccio con i valori del comunismo?”
“Lo avete detto: le nuove generazioni sono uno dei fondamentali obiettivi di attenzione della mia azione politica. I valori del comunismo, nel senso ristretto della ‘dottrina’, mi interessano poco, anzi: nulla. I valori dell’emancipazione del popolo relativamente al suo protagonismo politico sono invece l’essenza della mia vita di militante, che sono sicuro di non tradire.”
“L’articolo la accusa di contribuire al ‘degrado’ della politica italiana. Come interpreta questa critica? Pensa che la politica debba rimanere ‘alta’ e distante dai media popolari, o che sia necessario un approccio più diretto e accessibile per riconnettersi con i cittadini?”
“Se la battuta, anche se rasenta il volgare, mi serve per far avanzare una tematica importante come la Pace contro la Guerra, ben venga.”
“Secondo lei, quali sono i rischi e i benefici di usare i social media e i talk show per comunicare idee politiche, specialmente in un contesto come quello italiano, dove la polarizzazione è alta?”
“”I rischi ci sono, è indubbio. Ma chi non vuole rischiare, nella vita, non sceglie certo la lotta politica.””
Domanda: “Quali sono, oggi, gli obiettivi principali del suo progetto politico, e come si differenziano o si collegano alle sue posizioni degli anni passati come leader del Partito Comunista?”
“Gli obiettivi principali del Sovranismo Popolare sono la pace e la sovranità, ma anche la libertà e la giustizia sociale. Vogliamo unire il ceto medio – dalla piccola e media impresa agli artigiani, commercianti, professionisti e partite IVA – con tutta la classe operaia e lavoratrice.”
“Pensa che il comunismo, come ideologia, debba evolversi per adattarsi ai tempi moderni, ad esempio affrontando temi come la digitalizzazione, il cambiamento climatico o la cultura popolare? Se sì, come?”
“I temi della digitalizzazione, del cambiamento climatico e anche la cultura popolare e le tradizioni sono fondamentali per chiunque oggi si voglia occupare di politica. Questo però lo può fare solamente chi ha un approccio dinamico con la situazione di oggi. Ad esempio, il cambiamento climatico dovuto all’uomo è una balla colossale che serve alle multinazionali del green; oppure, anche il tema della digitalizzazione dipende da come viene usata: attualmente è facile che si vada verso un controllo generalizzato della popolazione, che non offre servizi per abbreviare i tempi e quindi migliorare la qualità della vita delle persone.”
Si ringrazia il giornalista Alessandro Fornaciari per aver contribuito alla realizzazione dell’intervista!
Marco Rizzo sui social:
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