Il nuovo singolo di Leea Clem non è solo una canzone: è una dichiarazione di libertà. Con sound deciso e liriche dirette, l’artista invita a liberarsi dagli schemi e a riscoprire la propria unicità. In questa intervista, racconta la nascita di un brano che celebra autenticità e autodeterminazione.

Il tuo singolo ha un sound potente e deciso: come nascono le tue scelte musicali e sonore?

Nascono principalmente dai miei ascolti. Sono cresciuta a pane e Ariana Grande, quindi ho sempre preso tantissimo dal suo ‘mondo sonoro’, sia in termini vocali che in termini di vibes dei miei brani.

Hai dichiarato che “fare la brava” rompe gli schemi. Ti è mai costato farlo, nella vita privata o professionale?

Si, decisamente. Andare contro quello che le altre persone pensano ha sempre un po’ fatto parte di me. Magari mi opponevo alle norme sociali con la mia estetica, i miei pensieri, il mio modo di parlare. Per me è sempre stato importante essere davvero me stessa e far valere i miei ideali, ma sicuramente a volte questo non è stato per niente facile.

Come vivi il rapporto con i social, spesso al centro delle tematiche che affronti nei tuoi testi?

Direi che è un rapporto altalenante. A volte anche io, come penso un po’ tutti, tendo a farmi influenzare dai social e credo magari di non essere abbastanza o che qualcosa nella mia vita non vada bene perché non rispecchia determinati standard. Però al verità è che davvero ognuno è diverso, se vivessimo tutti la stessa vita che gusto ci sarebbe? Altre volte però i social mi ispirano tantissimo, mi danno idee e , soprattutto, mi permettono di esprimermi e connettere tramite la mia musica con altre persone.

Ci sono artiste o artisti che senti particolarmente affini al tuo modo di intendere la musica?

Mhhh domanda difficile, perché secondo me ognuno vede la sua musica in maniera talmente personale che è impossibile capire veramente cosa pensa l’altro. Forse direi Olivia Rodrigo o Tate McRae. Entrambe si divertono tanto con le loro canzoni, parlano anche di tempi ‘più sociali’ e si rendono anche molto vulnerabili.

Quanto spazio hanno ancora le emozioni autentiche nella musica di oggi secondo te?

Dipende. Noto che a volte, più si va in alto, più diventa solo questione di fare ‘la hit’ che faccia i numeri, ma alcune persone riescono comunque a rimanere autentiche. Non so, secondo me è impossibile dare una risposta unica, ogni caso è diverso.

Immagini una carriera anche fuori dall’Italia, o resti legata a un pubblico italiano per scelta?

Mi immagino decisamente anche al di fuori dall’Italia. All’inizio della mia carriera scrivevo solo in inglese per lo stesso motivo, oggi invece alterno. Girare il mondo con la mia musica sarebbe davvero la cosa migliore di sempre. Potrei connettermi con persone da ogni dove e il solo pensiero mi fa esplodere il cuore.


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