Intervista a Riccardo Bassi autore de: “La nostra prima vera estate”

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La nostra prima vera estate” è la storia di Riccardo Bassi?

No, anche se l’ispirazione è tratta anche da alcune figure e storie della mia vita.
È un racconto di fantasia dove i protagonisti crescono attraverso le proprie esperienze utilizzando simbolicamente i viaggi, fuori e dentro, alla conquista della libertà.

 Un libro assai scorrevole, piacevolissimo da leggere, per nulla pesante.

Ci fa un po’ ritornare indietro nei racconti di un ragazzo di qualche anno fa, perché molte delle avventure ed emozioni che descrive i ragazzi di oggi non le conoscono, il mondo è molto cambiato.

L’intento era quello di far rivivere avventure e sensazioni oramai andate perdute?

Il romanzo parte dalla metà degli anni novanta e arriva ai giorni nostri. S’intra-legge, tra le righe, una trasformazione del significato metaforico e concreto del “viaggio” nel corso del tempo. Da ragazzi si viaggia in un modo, alla continua scoperta di sé stessi e del mondo, poi – con la consapevolezza dell’età adulta – lo si fa come arricchimento culturale.

L’adolescente fugge e sogna; il ventenne, utopista e pieno di aspettative, vorrebbe cambiare il mondo; l’adulto ritrova gli affetti smarriti e sé stesso con maggiore serenità.

 Le canzoni….le radio del cuore…

Quanto incidono nei pensieri, nei sogni, e poi nei ricordi di un individuo?

Se la vita è un film, e non è muto, ci vuole una colonna sonora sia musicale, sia parlata. Per la musica ho cercato di spaziare dai cantautori italiani fino ad arrivare ai gruppi che hanno fatto la storia della musica mondiale come i Pink Floyd e i Police. Poi c’è il DJ (che apre ogni capitolo) ossia quell’amico invisibile che ci accompagna durante la quotidianità. Ho lasciato anche al lettore la possibilità di farsi cullare i pensieri attraverso musiche, parole e suoni provenienti da una radio” amica”, come accade al protagonista del libro.

Cosa rappresenta per Lei un libro da leggere?

Sognare. Io sogno sempre anche ad occhi aperti. È terapeutico, credimi. Per inseguire i sogni bisogna saper attendere, soffrire, cadere e imparare a rialzarsi.

Riccardo Bassi scrittore è più un realista o sognatore?

Sognatore. Considero la vita un’interpretazione di ciò che gli occhi vedono. La mente cattura immagini e poi le trascrive. Così la vita diventa il nostro romanzo fatto di buio e luce, capace d trasformare la speranza in felicità e il sogno in realtà.

Scrivere è un’urgenza o una piacevole parentesi?

Con il primo libro (“La mia seconda manche” ndr) pensavo finisse lì.  Invece più scrivo e più mi rendo conto di quanto sia un privilegio irrinunciabile

Uno si sveglia un giorno e decide di fare lo scrittore.

Quali sono le reazioni degli amici e della famiglia al momento della pubblicazione del primo libro?

All’inizio c’è stato chi si è stupito, chi mi ha sostenuto, e chi ha cercato di capire un lato dei miei sentimenti… insomma di tutto di più!

Adesso con “La nostra prima vera estate”, noto curiosità e interesse: Ricky per gli amici e, per chi non mi conosce, il “giovane” scrittore Riccardo Bassi.

Quando scrive Riccardo bassi, nei momento di gioia o di più in quelli colmi di malinconia?

Quali sono i momenti in cui sente l’esclusività riservata allo scrittore che c’è in Lei?

Quando scrivo non ho uno stato d’animo particolare. Scrivo quando mi viene in mente e, ovviamente, quando posso per non trascurare lavoro e famiglia.

Mentre scrivo mi rilasso e, a volte, cado dalla stanchezza sui files! Ma poi la mattina rimetto a posto tutto quello che magari era rimasto in sospeso.

Può svelarci l’argomento del suo prossimo lavoro, se ne ha già in mente uno? 

Sì. Ma è ancora presto per dire di più. Ma sto ancora scegliendo la “destinazione”…

La Redazione