Io sono nulla, un viaggio nella memoria alla riscoperta dell’Io

Lento e visionario, Io sono nulla racconta di Vasco (Vasco Montez) e della sua disperata ricerca di un’identità irrimediabilmente perduta. Ricco costruttore romano, il settantaquattrenne passa le giornate tra lussi, sesso e droga, immerso in una ricchezza che, da lui stesso costruita a suon di appalti truccati e patti con la criminalità, segnerà la sua rovina. Vittima di un attacco armato e con un proiettile in corpo, Vasco sopravvive a tre anni di coma. Ma, al risveglio, non sa più chi è. Ogni ricordo è svanito. Per salvare se stesso e il suo impero economico intraprende un viaggio. Un viaggio tra Roma, India e Stati Uniti. Un viaggio in cui riscopre il contatto con la natura e parla con gli alberi. Un viaggio che non avrà l’epilogo atteso.

Vasco si muove tra boschi e spiagge, arriva dall’altro lato del mondo. Ma il suo movimento non trova una controparte nelle azioni della storia. Perché nel lungometraggio di Fabio Del Greco, in realtà, non accade nulla. In settantanove minuti non c’è una trama che si evolve, non c’è azione. Ma immagini, visioni, frammenti documentaristici che si alternano sullo sfondo di musiche pompose. La bellezza e pacatezza della natura si oppongono alle brutture della città, delle sue discariche, degli scheletri dei suoi palazzi lasciati a metà. E in questa alternanza traspare la critica alla brama di potere e alla corruzione che ne deriva, cui si contrappone l’autenticità di un animo umano che, svuotato dei vizi, torna al suo candore. Vasco incarna la società senza morale dell’Italia e, insieme, l’uomo senza passato e, per questo, senza peccato.

Nel contenuto psicologico ed esistenziale si racchiude il valore di Io sono nulla. Ma, purtroppo, questo non basta a supportare un intero film che, penalizzato dalla mancanza di una storia e dal susseguirsi flemmatico, caotico e visionario delle scene, finisce per essere noioso e non facile da digerire in un’intera visione.

 

Valeria Gaetano