A cinque anni da Joker, del 2019, Todd Phillips torna dietro alla macchina da presa per dirigere il sequel che vede protagonista uno dei villain più iconici della DC Comics  in uno degli adattamenti più lontani dall’approccio ai fumetti originali: Joker: Folie à deux.

Arthur Fleck è Joaquin Phoenix, ovvero il Joker, ma la trasfigurazione dell’attore, insieme alla sua interpretazione, sembrano la sola cosa riuscita del film, in compagnia della fotografia di Lawrence Sher; anche se ci si chiede dove sia finita Gotham City, ma, come detto, non era l’obiettivo principale del regista realizzare un cinecomic tout court. Phillips vira totalmente sul musical e si concede il “lusso” di affiancare al protagonista la pop star Lady Gaga, che incarna Harleen “Lee” Quinzel, ovvero Harley Quinn, in un ruolo alquanto debole.

Arthur Fleck è in carcere per aver commesso cinque omicidi, di cui uno in diretta televisiva, più un sesto del quale le forze dell’ordine però non sono ancora a conoscenza. La sua avvocata Maryanne Stewart, portata in scena da Catherine Keener, vuole fargli ottenere l’infermità mentale sulla base dello sdoppiamento di personalità, in quanto Fleck è anche Joker. A metterle i bastoni fra le ruote c’è però il viceprocuratore distrettuale Harvey Dent, cui presta il volto Harry Lawtey, che invece chiede la pena di morte. Nel frattempo il detenuto viene fatto oggetto di scherno da parte dei suoi carcerieri, che per deriderlo ulteriormente gli consentono di cantare in un coro di cui fanno parte degli internati, tra i quali vi è anche Harleen… ed è amore a prima vista. La scintilla che scocca tra i due è quanto di peggio si possa concepire sul piano delle banalità.

Il film vorrebbe essere qualcosa più di un cinecomic, a metà fra dramma e citazioni colte, che bene o male rimandano a Qualcuno volò sul nido del cuculo, capolavoro diretto da Milos Forman nel 1976, ma che invece risultano solo cupe e deprimenti, senza alcun guizzo d’interesse. L’idea del musical “triste” ha un pathos post-adolescenziale in cui nemmeno il fascino del doppio riesce a bucare lo schermo. Da Fleck/Joker ci si aspettava infatti molto di più, e questa mancanza è frutto di una sceneggiatura davvero poco riuscita, firmata dallo stesso Todd Phillips insieme a Scott Silver.

Le musiche di Joker : Folie à deux, composte da Hildur Guonadottir, non hanno nulla di trascinante, non brillano nemmeno per originalità, si susseguono in maniera anonima tediando non poco. Nell’insieme anche i momenti cantati non esaltano le doti di Lady Gaga , e si perdono nell’assurda quantità di tracce che risultano estenuanti. Le scene che ritraggono Arthur Fleck pelle e ossa che si trascina nei corridoi dell’Arkham State Hospital, dove è scortato da un manipolo di poliziotti, sono ripetitive e non riescono a infondere empatia con il personaggio, nemmeno quando la cattiveria delle guardie carcerarie si fa sentire. Un minimo d’interesse il film lo recupera nella fase finale… ma è decisamente troppo tardi, dopo quasi due ore e venti di noia.


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