Jukai – La foresta dei suicidi: in dvd uno spaventoso viaggio interiore verso l’origine del dolore

Se ci si fermasse solo all’aspetto squisitamente iconografico di Jukai – La foresta dei suicidi (The forest, 2015), dell’esordiente Jason Zada, si rischierebbe di impoverire notevolmente il senso generale di un film che, ambendo a trascendere i tipici stilemi horror che pur ampiamente utilizza, tenta di mettere in scena il drammatico sdoppiamento di personalità di una donna, la Sara/Jesse Price protagonista della vicenda, fatalmente risucchiata all’interno di un faticosissimo processo di elaborazione di un doloroso lutto.

La foresta giapponese al centro della narrazione (in fondo, la vera protagonista del film) costituisce un luogo “delocalizzato”, affrancato dalla dimensione cronologica del tempo e, quindi, anche dalla iattura del rapporto di causa-effetto normalmente operativo. In questo labirinto in cui è impossibile orientarsi e dove, come da tradizione, gli individui non più produttivi venivano lasciati a morire, Sara cerca di trovare la gemella scomparsa, Jesse, laddove tra di esse insiste un legame fortissimo, simbiotico, impossibile da spezzare, che convoca ciascuna a prendersi cura dell’altra. Ma è evidente la volontà degli sceneggiatori (Nick Antosca, Sarah Cornwell e Ben Ketai) di dare corpo a un viaggio interiore alla ricerca di un passato che ha segnato indelebilmente la vita di Sara. Gli spiriti, che si materializzano attraverso il senso di tristezza e angoscia che alberga in chi si inoltra nella foresta, costituiscono, evidentemente, la resa plastica-visiva del malessere di coloro che hanno deciso di smettere di vivere.

Sebbene Sara sia assai scettica circa la veridicità delle leggende circolanti sul misterioso luogo, non potrà evitare di scontrarsi con il proprio mondo interiore che la foresta fa materializzare, mettendole davanti tutto quel “rimosso” che, per definizione, non smette di ritornare: ciò in quanto quel passato tragico che l’ha sempre braccata, e da cui non ha mai cessato di fuggire, è quanto mai nebuloso, non chiaro, necessitante di un’ulteriore elaborazione che stabilisca, una volta per tutte, la verità. Quel dolore sovrumano, quella ferita inferta durante l’infanzia, quando ancora non si è in grado di difendersi, è un segno indelebile che grava sulla sua anima come un macigno. Non resta che disfarsene, ma per far ciò bisogna rinunciare a una parte di sé, dire addio a quell’ideale dell’Io sempre accarezzato, cui invece subentrerà la concretezza della soggettività di un individuo immerso in un mondo che stupisce, meraviglia e ferisce.

Jason Zada, celebre negli Stati Uniti per aver realizzato numerosi videoclip musicali e varie sceneggiature televisive, oltre che per essere stato un programmatore di videogiochi quando era poco più che un ragazzo, realizza un film solido per quanto riguarda i meccanismi del genere di cui fa parte; a fornire un consistente valore aggiunto all’insieme è l’altra anima della narrazione, tesa a mettere in scena un’indagine emotiva per risalire coraggiosamente all’origine dell’avvenimento che ha incrinato fatalmente l’equilibrio interiore della protagonista. I novanta minuti di Jukai – La foresta dei suicidi scorrono senza intoppi, trascinando lo spettatore in un’inquietudine crescente, scandita dalle apparizioni terrificanti degli spiriti della tradizione giapponese. Un film da vedere e su cui meditare.

Pubblicato e distribuito da Midnight Factory, Jukai – La foresta dei suicidi è disponibile in dvd, in formato 1.78:1, con audio in italiano e in inglese (Dolby Digital 5.1) e sottotitoli opzionabili. Ricca sezione di contenuti speciali con dietro le quinte, interviste, trailer.

Luca Biscontini