Jonathan Entwistle esordisce alla regia cinematografica con Karate kid – Legends, sesto capitolo del franchise nato negli anni Ottanta.

Li Fong, interpretato da Ben Wang, è un giovane che vive a Pechino e frequenta una scuola di kung fu, in cui eccelle particolarmente.

Il suo maestro è Mr Han, portato in scena da Jackie Chan, ma, dopo la tragica morte di suo fratello, il ragazzo abbandona la scuola per trasferirsi a New York insieme ala madre, incarnata da Ming-Na Wen, che ha trovato lavoro come dottoressa in un ospedale. Li Fong, giunto negli Stati Uniti, una sera entra nel locale Victory Pizza dove conosce Mia alias Sadie Stanley, che frequenta la sua stessa scuola e che è la prima persona con cui stringe amicizia. Suo padre Victor, ovvero Joshua Jackson, un tempo era un pugile molto promettente, ma ha molti debiti e deve dei soldi ad uno strozzino cui presta il volto Tim Rozon. Questi gestisce anche una palestra in cui si insegna karate, e il campione del dojo è Conor Day, interpretato da Aramis Knight , anche ex fidanzato di Mia.

Li Fong cerca di aiutare Victor a ripagare i suoi debiti in modo che non perda il locale, allenandolo per tornare sul ring, ma, allo stesso tempo, pensa di iscriversi al torneo 5 Buroughs, al quale partecipa anche Conor, con cui ha già avuto un duro scontro. Il considerevole inconveniente è che l’arte marziale richiesta è il karate, mentre Li è esperto di kung fu. Richiama quindi in America il maestro Han, che per questo motivo si rivolge a sua volta a Daniel LaRusso, il primo Karate kid, ancora una volta dai connotati di Ralph Macchio. Karate kid – Legends, ha un sapore retrò che genera la giusta combinazione tra passato e presente. Iconico, per esempio, il passaggio del brano Do ya think i’m sexy di Rod Stewart, anche se appena accennato, che contribuisce ad entrare nel mood del film di Jonathan Entwistle.

Le strade di New York, dove dai bassifondi si sconfina nel cuore di Manhattan nel giro turistico in cui Mia porta Li Fong sul suo motorino rievocando Vacanze romane di William Wyler, fanno il resto. Il lungometraggio adempie dunque in toto al suo dovere, riuscendo ad intrattenere e coccolando i vecchi fan mentre ne avvicina nuovi attraverso sequenze di combattimento di arti marziali ben coreografate e conti da saldare a suon di karate e kung fu. Gli insegnamenti del maestro Miyagi sono tramandati da Daniel LaRusso ed è significativa l’apertura del film con una situazione presa da Karate kid II – La storia continua… in cui il maestro giapponese mostrava al suo allievo i propri antenati, spiegandogli la connessione tra il karate e il kung fu praticato in Cina. Tale insegnamento per mezzo di Daniel LaRusso e Mr Han viene trasferito anche a Li Fong, ricordando l’emblematica frase “Due rami dello stesso albero”. Da non perdere la sorpresina conclusiva.


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