La mia banda suona il pop: in home video l’heist movie in salsa Still crazy con Christian De Sica

Con il trailer e un backstage di sette minuti nella sezione riservata ai contenuti speciali, approda in dvd sotto il marchio Warner La mia banda suona il pop, ovvero uno degli ultimi titoli visti nelle sale cinematografiche italiane prima della chiusura obbligata dall’emergenza 2020 da Coronavirus.

Oltre un’ora e mezza di visione che prende avvio a San Pietroburgo, dove un Diego Abatantuono manager musicale viene contattato da Natasha Stefanenko, donna di fiducia di un magnate russo che sogna in loco una réunion della sua band preferita: i Popcorn, famosissimi negli anni Ottanta.

I Popcorn che, ricordati per orecchiabili successi e chiaramente ispirati ai Ricchi e poveri, non sembrano oggi passarsela propriamente bene: se il chitarrista Paolo Rossi suona ormai in mezzo alla strada come un elemosinante, non sono messi molto meglio i tre cantanti, dal Massimo Ghini che lavora nel negozio di ferramenta della moglie Anna Ammirati alla Angela Finocchiaro alcolizzata, fino al Christian De Sica che si guadagna da vivere (molto poco, a dire il vero) continuando a proporre le loro vecchie hit presso feste e cerimonie.

Un De Sica il cui personaggio sfrutta in arte il nome di Tony Brando, proprio come il Ciardulli che interpretò nel verdoniano Compagni di scuola e che, di conseguenza, non può essere annoverato altro che tra i numerosi omaggi che il regista Fausto Brizzi rivolge ne La mia banda suona il pop al frizzante decennio che provvide a ricostruire tramite il suo acclamato esordio Notte prima degli esami.

Al servizio di un’operazione in fotogrammi che, se in un primo momento può spingere a pensare ad un’imitazione italiana dello Still crazy attraverso il quale l’inglese Brian Gibson raccontò nel 1998, appunto, la ricostituzione di un complesso del passato, prende poi la via dell’heist movie.

Perché si arriva progressivamente a scoprire che i quattro musicisti, in realtà, sono stati convocati per fare da cavallo di Troia durante una colossale rapina progettata dalla citata Stefanenko ai danni del miliardario.

Ed è da qui che, inclusa nel mucchio la mitica DeLorean di Ritorno al futuro, i toni della commedia cominciano ad essere miscelati a quelli dell’azione, con i protagonisti interessati essi stessi al ghiotto bottino e impegnati in travestimenti, escursioni nelle fogne, fughe a bordo di moto d’acqua e violazione di caveau segreti.

Senza contare un imprevisto con una temibile tigre; man mano che la noia risulta fortunatamente grande assente, le occasioni per ridere si sprecano e, oltretutto complici gli orecchiabili motivetti di taglio eighties composti dal mitico Bruno Zambrini, La mia banda suona il pop si rivela tra le maggiormente riuscite prove brizziane… fino ad un’ultima, inaspettata sequenza posta nel mezzo dei titoli di coda.

 

 

Francesco Lomuscio