La notte più lunga dell’anno: dal tramonto all’Ambra

Primo lungometraggio cinematografico diretto da Simone Aleandri, proveniente dall’universo dei documentari, La notte più lunga dell’anno si riferisce nel titolo a quella tra il 21 e il 22 Dicembre, solstizio d’inverno, quando il sole tramonta alle ore 16.30 e sorge alle 7.30 del giorno successivo.

La notte in cui, nella realtà provinciale del Sud Italia, seguiamo lo sviluppo di quattro diverse storie che si sfiorano senza, però, mai intrecciarsi davvero.

Storie che vanno da quella di un Massimo Popolizio politico a un passo dal baratro alla relazione clandestina tra il giovane Luigi Fedele e la matura Anna”Monella”Ammirati, moglie dell’attempato Antonio Petrocelli.

Passando per la ricerca di emozioni forti attuata dai tre ventenni – e piuttosto sbandati – Francesco Di Napoli, Michele Eburnea e Nicolò Galasso, a bordo di un carro funebre, e per una Ambra Angiolini che, figlia di Alessandro Haber, è una cubista decisa a cambiare vita.

Una Ambra Angiolini che si rende anche protagonista di una insensatamente lunga sequenza ballata sulle note di Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel 65, facente parte della colonna sonora dell’operazione insieme, tra le altre, a Notte rosa di Umberto Tozzi.

Sì, insensatamente lunga, come piuttosto insensati finiscono per apparire anche i continui totali dall’alto su Potenza che, in maniera puntuale, il montaggio de La notte più lunga dell’anno tira in ballo in non poche occasioni durante lo scorrimento dei fotogrammi.

Del resto, mentre i televisori accesi trasmettono immagini di Gigi Marzullo e di programmi popolari quali L’eredità e Ballando con le stelle, le stesse vicende inscenate risultano del tutto prive di mordente e di reali motivi d’interesse.

Vicende cui dovrebbe fare da collante un anziano benzinaio dai connotati di Mimmo Mignemi, il quale finisce, invece, solo per sembrare un personaggio inserito a caso e che nulla aggiunge al già tutt’altro che coinvolgente svolgimento.

Tanto che, sebbene non si possa fare a meno di apprezzare la cura manifestata nei confronti del sonoro e di una fotografia trasudante ombre e contrasti da noir, è impossibile non avvertire una forte fiacchezza di narrazione ne La notte più lunga dell’anno… che rischia piuttosto di conferire l’impressione di trovarci dinanzi al film più lungo dell’anno, nonostante la sola ora e mezza di durata.

 

 

Francesco Lomuscio