“La Promessa del Sicario”: la recensione di Mondospettacolo.

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Prima di parlare del film, devo fare una premessa. Non è facile fare del cinema di evasione in una città radical chic come Torino. Sopratutto in questi anni. Quindi per prima cosa, vorrei fare i miei complimenti a Max Ferro (Regista), Antonio Castronovo (Produttore) e ovviamente a tutto il cast tecnico e artistico per aver avuto il coraggio di osare a fare qualcosa di diverso nella nostra città. Ma veniamo ora al film, che più che un gangster movie somiglia molto agli spaghetti western degli anni 60/70. La valigetta contesa dai vari sicari potrebbe essere tranquillamente la “cassetta con i soldi” causa delle innumerevoli sparatorie e uccisioni dei film di quegli anni.

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I 2 protagonisti Enzo Dino e Stefano Bianco, mi ricordano molto nei loro modi di fare “I Django e Sartana” del film di Pasquale Squitieri, gli inseguimenti con le auto, ci riportano alla mente gli inseguimenti a cavallo e le ragazze del film ci ricordano le ballerine dei saloon! Non possiamo non citare la partecipazione di George Hilton, nei panni dell’anziano narcotrafficante che non si fa mancare nulla, belle donne ,Ferrari e hotel di lusso. Il film ovviamente, non ha grandi pretese, essendo una produzione super indipendente, tra l’altro, come ci ha già raccontato il produttore del film Antonio Castronovo, c’è stato un momento nel quale i soldi dei pochi sponsor sono finiti ed è stato necessario l’intervento dei portafogli del regista e del produttore per portarlo a termine. Non sarebbe però una recensione sincera se non mettessi in evidenza luci ed ombre.

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Partiamo dalle performance del cast artistico, tralasciando ovviamente il giudizio sulla recitazione di George Hilton che ha pienamente centrato l’obiettivo, veniamo ai 2 protagonisti: Enzo Dino e Stefano Bianco, che, tutto sommato hanno espresso una buona capacità di interpretazione dei personaggi a loro affidati, di pochissimo inferiore invece, l’interpretazione di Ferdinando Vetere, causa a mio avviso, non della capacità recitativa di Ferdinando, che ha dimostrato di essere un bravo attore, ma della sceneggiatura (non si capisce perché in alcune scene non si sente la voce ecc. ecc.).

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Buona anche l’interpretazione di Massimiliano Moriotti, il cui aspetto e la cui fisionomia ricordano molto gli attori caratteristi tanto visti nei poliziotteschi anni 70.
Per quanto riguarda le interpretazioni femminili dei film, devo purtroppo essere un po’ critico, in realtà a parte la figura della anziana spia, interpretata, molto teatralmente da Ulla Alasaiarui, che in qualche momento riesce ad essere molto inquietante. Le altre ragazze invece, sono poco più che figurazioni speciali, si salva appena anche se non raggiunge la sufficienza Elisa Muriale che interpreta la fidanzata di George Hilton, che a malapena riesce a centrare l’obiettivo di far sembrare credibile la bella e viziata fidanzata del boss.
Molto belle e funzionali, sono invece le colonne sonore del film affidate ai bravissimi: Giovanni Puocci, Barbara Puppo, Shadowhunters e Sweaty Skin, infine ho trovato carina la sigla iniziale realizzata in stile fumetto.

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In conclusione “La Promessa del Sicario”, rappresenta un interessante tentativo di riportare in voga un certo cinema di genere anni 70, anche se purtroppo le scarsissime disponibilità economiche utilizzate per realizzare il film e la quasi totale assenza di vere attrici, lo ha parecchio penalizzato. Ad ogni modo, e qui giungo alla conclusione, ritengo che l’entusiasmo e le capacità recitative dei ragazzi che ne hanno fatto parte, dovrebbero essere in qualche modo prese in considerazione dai tantissimi produttori e registi del nostro cinema indipendente!

Alessandro Cunsolo