La promessa dell’alba: l’amore di una madre che rende grande un uomo

Non è bene essere tanto amati, così giovani, così presto. È in queste parole dette dal protagonista de La promessa dell’alba che si può riassumere il senso del film diretto da Eric Barbier.

Autobiografia drammatica e sentimentale, porta sullo schermo l’omonimo romanzo, esso stesso autobiografico, di Romain Gary.

Al centro di tutto vi è Romain Kacew (Pierre Niney) con la sua vita straordinaria, che, in un lunghissimo flashback, si materializza sullo schermo in modo commovente e coinvolgente. La storia inizia con un Romain, ormai adulto e malato, che si dedica al manoscritto della sua esistenza, fatta rivivere dalla lettura che ne fa la moglie Lesley (Catherine McCormack) durante un viaggio in macchina.

Dalla faticosa infanzia in Polonia, fino alla giovinezza a Nizza e alla carriera di aviatore in Africa durante la Guerra mondiale, alla fama di grande scrittore, uno solo è stato il filo conduttore, l’impulso che ha spinto Romain a diventare ciò che è diventato: la madre Nina, interpretata da una perfetta Charlotte Gainsbourg che sa restituire magnificamente l’immagine di una donna caparbia e determinata a fare del suo unico figlio il grande uomo che immaginava.

Ma l’eccessivo e quasi patologico amore materno, perno e motore di tutta la trama della vita di Romain, sarà per il protagonista croce e delizia, spinto a brillare e, insieme, la spina nel fianco che dovrà affrontare e combattere per non soccombere. Romain passa tutta la giovinezza a cercare le vette del successo, per il solo bisogno di compiacere sua madre.

Allora, senza dubbio, più che il racconto di una vita seppur sopra le righe, si deve dire che il perno assoluto de La promessa dell’alba non è che uno scandaglio psicologico del rapporto – fondamentale e a tratti malato – tra una madre e un figlio. Romain Kacew, militare, eroe e scrittore, non esisterebbe se non fosse esistita sua madre Nina. E, a sua volta, Nina non avrebbe ragione di esistere se non per plasmare e muovere le fila della vita di Romain.

Questo rapporto totalizzante e insano è raccontato da Barbier con una delicatezza apprezzabile da far sì che, nel finale, la magia epica dei ricordi lasci esemplarmente il posto a una realtà ben più dura e diversa da quella che Nina e Romain avrebbero voluto.

 

 

Valeria Gaetano