La ragazza dei tulipani: in principio fu Deborah Moggah

Tratto dal libro di grande successo Tulip fever di Deborah Moggah, La ragazza dei tulipani ci porta direttamente nell’Olanda del Seicento, per la precisione in coincidenza con un evento accaduto nel 1637, quando la passione per i bulbi dei fiori più rari e pregiati si trasformò, in breve, nella prima azione finanziaria della storia.

Azione durante la quale vennero attribuiti ai fiori più rari (o, meglio, ai loro bulbi) quotazioni folli, portando il mercato ad una gigantesca bolla che esplose provocando la prima grandi crisi speculativa del capitalismo moderno.

Un evento che si ripeté nel 1929 a Wall Street, non a caso evocato dal protagonista Gordon Gekko nell’omonimo film a firma di Oliver Stone.

L’aspetto più interessante del lungometraggio è, in realtà, questo, mentre le vicende  che ci presenta narrano la classica storia d’amore. Un vero e proprio melò interpretato da grandi attori diretti da un bravissimo regista e con un notevole cast tecnico, che, paradossalmente, come la bolla dei tulipani non funziona affatto.

All’estero il risultato complessivo è stato più che deludente sia per critica che per incassi, ma la forza nel raccontare la prima bolla speculativa della storia ci esorta a consigliare in ogni caso La ragazza dei tulipani.

Peccato che il cast stellare funzioni poco, da Alicia Vikander insieme al  suo partner amante Dane De Haan, al marito tradito interpretato da un sempre carismatico Christoph Waltz,  fino a Cara Delevingne (a cui spetta anche il ruolo di narratrice della storia), la insuperabile Judy Dench e un breve cameo di Zach Galifianakis.

Tutto con la complicità di una bella fotografia, delle ottime ricostruzioni e della regia di un bravo Justin Chadwick (che ricordiamo per L’altra donna del re), qui su sceneggiatura firmata da Tom Stoppard, premio Oscar per Shakespeare in love.

Ebbene, tutti questi bulbi pregiati riescono solo a far sbocciare un pallido e semplice tulipano bianco che lascia tutti delusi. Forse, non è un caso l’aver solo accennato alla storia principale, mentre quella più interessante è il quadro storico della bolla speculativa.

Un film sfortunato, probabilmente, forse difficile da rivalutare, ma la cui visione vi  porterà maggiori bagagli di conoscenza e vi chiarirà, come già accennato, perché Gordon Gekko citava la bolla olandese molto spesso in Wall Street.

 

 

Roberto Leofrigio