La scuola cattolica: il massacro del Circeo secondo Stefano Mordini

È vero che il cambiamento violento da un lato distrugge e dall’altro crea? La scuola cattolica cui fa riferimento il titolo è quella maschile di un quartiere residenziale romano dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia, le cui famiglie sono convinte che in quel contesto i propri figli potranno crescere protetti dai tumulti della società.

La società di metà anni Settanta, in quanto la oltre ora e quaranta di visione deriva dal romanzo di Edoardo Albinati aggiudicatosi il Premio Strega La scuola cattolica, mirato a ricostruire le crude dinamiche del famigerato massacro del Circeo consumatosi tra il 29 e il 30 Settembre del 1975.

Massacro su cui la Settima arte nostrana ha in più di un’occasione rivolto molto liberamente lo sguardo, se pensiamo a titoli come I ragazzi della Roma violenta di Renato Savino o l’oscuro Venerdì nero di Aldo Lado.

L’Aldo Lado di cui, tra l’altro, in probabile riferimento al fatto che ponga al proprio centro uno stupro di donne, vediamo esposta fuori da una sala cinematografica la locandina del suo L’ultimo treno della notte ne La scuola cattolica.

Ma è certo che, al timone di regia, lo Stefano Mordini autore di Acciaio e Lasciami andare intenda confezionare tutt’altro che un film di genere interessato alla spettacolarizzazione della violenza e all’exploitation.

La oltre ora e quaranta che mette in piedi, infatti, si evolve lentamente accompagnata da una voce narrante di Emanuele Maria Di Stefano per descrivere l’esistenza dei diversi giovani protagonisti, da Giulio Fochetti a Luca Vergoni, passando per Alessandro Cantalini, Guido Quaglione e Francesco Cavallo. Ex studenti dell’istituto di cui sopra, a quanto pare accomunati ognuno a modo proprio da una certa paura nei confronti del sesso e alcuni dei quali destinati a passare da quella rigida educazione che gli avrebbe dovuto spalancare le porte di un futuro luminoso alla fatidica notte in cui, appunto, si consuma uno dei più efferati crimini della cronaca nera tricolore.

Crimine ai danni in questo caso di Benedetta Porcaroli e Federica Torchetti, che completano un ricco cast di nomi decisamente in forma spaziante da Riccardo Scamarcio a Jasmine Trinca, fino a Fabrizio Gifuni e Valeria Golino.

Le Porcaroli e Torchetti che, ovviamente, nell’ultima fase dell’insieme vediamo brutalizzate, con tanto di nudi integrali sia maschili che femminili che hanno di sicuro stimolato l’imposizione al film del vietato ai minori di diciotto anni.

Un’imposizione decisamente esagerata, considerando che Mordini tenda a non rendere mai eccessivamente espliciti i momenti di abuso; tanto che, al di là del breve tratto riguardante il sequestro delle due ragazze, impreziosito da una curata confezione generale (dalla fotografia ai costumi) La scuola cattolica non sembra altro che un guardabile e non eccessivamente coinvolgente prodotto già pronto per una prima serata televisiva come molte. Prodotto che spinge oltretutto a chiedersi se, veramente, per diventare uomini è necessario passare attraverso il male.

 

 

Francesco Lomuscio