La truffa del secolo: action e carbone ai tempi di Marchal

Il lato oscuro del successo e la sete di denaro per la sopravvivenza dell’umanità in tempo di crisi economico-finanziaria sono le tematiche centrali del nuovo film d’azione di Olivier Marchal, La truffa del secolo, il cui titolo originale, ben più interessante e veritiero, è Carbone.

La pellicola trae spunto da fatti realmente accaduti tra il 2008 e il 2009, quando cinque criminali misero in atto una truffa miliardaria sulle tasse per le emissioni di CO2 ai danni dello Stato francese e di altri paesi europei.

Sotto l’estenuante pressione da parte della moglie e dell’avvenente suocero (Gérard Depardieu), Antoine Roca (Benoit Magimel), un imprenditore in grosse difficoltà economiche e finanziarie, escogita una truffa basata sulle emissioni di Co2 per colpire l’industria del carbone ed aggirare il sistema di tassazione francese. La truffa, però, lo conduce ad una spirale di corruzione e malavita da cui non riuscirà a salvarsi.

Il regista e attore francese Olivier Marchal (L’ultima missione, Gang story) racconta sul grande schermo una storia di malavita e corruzione dai toni noir, con evidenti omaggi al cinema poliziesco a stelle e strisce.

In realtà, il regista si sofferma sull’ascesa e crollo dell’uomo comune che,  nel disperato tentativo di salvare la propria impresa e la propria vita dal fallimento, diventa un criminale. A Marchal, infatti, poco importa delle vere e complesse dinamiche della frode, che si risolvono in pochi fotogrammi, ma preferisce soffermarsi sulle psicologie dei suoi personaggi. Roca non è un vero criminale, lo diventa solo per dimostrare di non essere un fallito e per rivalsa contro l’odiato suocero. È un uomo qualunque che cerca solo di sopravvivere in una società civile che si basa unicamente sul denaro e in cui la sola via di salvezza è andare contro quel “sistema – Stato”, che, invece di difendere, annienta i più deboli. Ma la sete di potere e il successo improvviso logorano l’animo umano nel profondo, segnando, così, la sua ineluttabile e tragica fine.

La truffa del secolo è un buon prodotto cinematografico dall’impostazione classica e con un ritmo incalzante, che fotografa una realtà sociale ed economica molto buia e senza alcuna via di scampo.

 

 

Anastasia Mazzia