LANNO: il punto di vista del dettaglio

Un nuovo progetto personale per Giuseppe Lanno, musicista, cantautore ma soprattutto videomaker spesso al servizio delle principali firme della scena indie italiana. Un lavoro che ad ora si attesta su tre brani rilasciati in rete accompagnati, ovviamente, da video ufficiali in cui sembra comune il filo conduttore: l’osservazione da un punto di vista altro, contemplazione del tutto attraverso i dettagli, le piccole cose, i particolari. L’ultimo in ordine cronologico è “La materia oscura”, questa “materia” che circonda e che si interpone tra noi e il resto delle cose. Come acqua, come onde, come sostanza liquida… come qualcosa che comunque non ostacola la luce e la vista. Tanti i piani di lettura. E con Giuseppe Lanno parliamo di bellezza

Noi iniziamo sempre con il parlare di bellezza. Ad un artista ma anche ad un videomaker come te… cos’è per Lanno la bellezza?
Credo che questa sia una delle domande con il più alto coefficiente di difficoltà. Entra in gioco l’intera storia dell’umanità, le incredibili differenze tra una cultura e un’altra, tra una persona e un’altra. Anche a voler definire il mio personale concetto di bellezza faccio fatica. Posso solo azzardare e dire che per me la bellezza (e perché no il suo opposto) è una cosa molto legata al tempo. La bellezza è qualcosa in cui riesco a inserire il mio tempo nell’attesa che quell’oggetto mi dia una risposta o, nei casi straordinari, che mi faccia delle domande.

Che poi è un elemento per te importantissimo, foriero di messaggi e di contenuti o sbaglio? Quanto conta la bellezza per il tuo risultato finale?
Non so dirti se la bellezza ha la necessità o l’obbligo di portare dentro un contenuto. Non sono all’altezza di questa domanda. A istinto mi pare che tutti proviamo sempre a incorniciare dei contenuti, anche quelli che si muovono sul concetto di bellezza fine a se stessa come principio autosufficiente, probabilmente ricadono in un paradosso per cui portano quello come contenuto. Non lo so, vorrei chiedere l’aiuto da casa a Roland Barthes. Io, nella mia personale e limitata ricerca, provo piacere nel trovare un contenuto e a promuoverlo. Poi è chiaro che potrebbe non interessare a nessuno e quella è una condizione da accettare prima ancora di nascere.

I tuoi video sono elementi di design concettuale, se mi permetti la sintesi personale. C’è tanto del tuo tutto dentro piccolissime cose. Perché questa scelta?
La scelta di operare in questo modo nasce probabilmente dall’esigenza di prendermi una pausa dalle visioni a cui siamo sottoposti quotidianamente. È molto raro che io mi ritrovi nella situazione in cui un artista mi chieda un video in cui non succede quasi nulla. Ecco, quel “quasi” è un argomento per me di grande importanza. È dentro quella microscopica eccezionalità che si nascondono molti dei miei pensieri. Sono molto felice del mio lavoro, perché generalmente lo faccio in libertà, ma essendo qui io anche il solo autore ho voluto sperimentare l’idea di fare qualcosa che rappresentasse quella mia voglia di parlare con pochissimi elementi.

Scelta che poi mi sembra tu abbia inseguito in ogni video di questo brevissimo lavoro personale. Non hai pensato anche di allargare l’ottica in altre direzioni?
Certo, verrà un momento in cui vorrò esplorare altre possibilità. Sto trovando piacere nella reiterazione e nella struttura minima. Sono sicuro che proverei un piacere diverso, e quindi degno di indagine, anche nell’opposto.

Solo 3 brani… un esperimento o un’evoluzione che sta arrivando?
Ci saranno sicuramente altri brani. Esistono e sono destinati a vivere.