Layz: “Ogni cosa che vivo influenza i miei brani”

Layz è uno dei rapper emergenti più interessanti di questo 2021, fuori da poco con un nuovo singolo, “Lazzaro” e a breve con un album ufficiale. Un rapper spesso chiuso in sè stesso che ha trovato la forza di esprimersi grazie al rap, vera e propria salvezza per il rapper di Cesena

 

Il tuo approccio alla scrittura è cambiato negli anni oppure è sempre rimasto lo stesso?

È cambiato molto, prima avevo un gruppo e scrivevo prettamente in funzione di quello. Oggi posso scrivere ciò che voglio, il mio livello si è alzato e ho aumentato la consapevolezza nei miei mezzi. E poi c’è la crescita personale che cambia ognuno di noi e influenza nel mio caso la scrittura.

Ogni tuo singolo ha un videoclip. C’è un’idea dietro questa scelta?

Più che un’idea c’era la necessità. Sono uscito con un progetto nuovo come “Layz” e avevo bisogno di materiale, per cui assieme alla mia manager abbiamo deciso di fare un video per ogni singolo fino alla pubblicazione del primo album, che avverrà a breve. Dopo sarà diverso.

C’è stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto?

No, io sono una persona che spesso ha mollato gli impegni o le cose che faceva ma la musica è sempre rimasta, ciò ha aumentato in me anche la convinzione che questa è la mia strada a prescindere di come andrà.

Credi che il rap italiano stia andando nella giusta direzione? Si sta evolvendo positivamente?

Sento in questo ultimo periodo che sta tornando un certo tipo di rap più legato alle origini, seguendo comunque la propria evoluzione del suono delle metriche e dei contenuti. Se ci sono stati degli scivoloni credo che si sia rimesso bene in carreggiata e ora si sta evolvendo sicuramente in positivo.

Oltre al rap c’è un genere che influenza i tuoi brani?

Partendo dal presupposto che ogni cosa che vivo in qualche modo influenza i miei brani musica compresa, credo che la musica italiana stessa mi abbia influenzato parecchio. A casa mia una cosa che non mancava era la musica, italiana perlopiù, e io fin da piccolissimo ne fui attratto. La cosa che mi piaceva maggiormente erano i testi e ascoltavo le parole ancora prima della musica, delle melodie e delle sonorità. I grandi poeti della musica italiana credo di averli consumati, purtroppo quello che mi è mancato è stata una vera e propria istruzione, in casa non c’erano i soldi e i miei mi hanno mandato a lavorare non appena è stato possibile per cui ho fatto una scuola professionale di modo che potessi entrare nel mondo del lavoro fin da subito, ad ogni modo l’attrazione verso le parole e il modo in cui venivano inserite nella musica è stato il primo passo e infatti le prime cose hip hop che ho ascoltato sono state prettamente italiane.

Sei sempre stato predisposto ad esternare così bene i tuoi pensieri con il rap? 

Con il rap credo di si, nella mia vita no. Sono sempre stato un bambino e poi un ragazzo chiuso in se stesso, stare in posti dove c’è tanta gente non mi fa stare a mio agio e ho avuto parecchi problemi a legare con le persone. Il rap da quel punto di vista, come da altri, mi ha salvato. Ho tenuto tutto dentro fino a quando non ho trovato il modo per esternare i miei pensieri e sentimenti.

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