Le Grand Bal: la danza come terapia moderna

La documentarista francese Laetitia Carton racconta il Grand Bal de l’Europe, festival di danza popolare, attraverso il documentario Le Grand Bal.

Ogni estate a Gennetines, paesino francese della regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, circa duemila persone provenienti da ogni parte d’Europa si riuniscono per questo festival di danza popolare, per sette giorni ed otto notti. Hanno età diverse, differenti credi e modi di vivere, ma tutti si lanciano, senza riserve o limiti, in polke e mazurke, quadriglie e gironde, valzer e pizziche.

L’organizzazione è capillare: ci sono bagni in comune, mense, tende ed amache dove riposare, tendoni improvvisati dove ballare. La mattina, esperti provenienti da tutta Europa insegnano i passi base delle danze tradizionali; la sera, invece, si balla fino allo sfinimento. Nelle tarde ore notturne ci sono i giovanissimi protagonisti del “boeuf”, la versione notturna del Grand Bal.

La regista Carton si confonde tra i partecipanti, li spia e li racconta: la sua cinepresa predilige i volti senza dimenticare i volteggi dei corpi. È la storia di una comunità improvvisata che, attraverso il ballo, riscopre l’incontro con l’altro. Lontano dalla frenesia del quotidiano o dall’individualismo della società moderna, la musica libera il corpo e l’anima, li purifica. Così, lo spazio e il tempo si dilatano, s’intrecciano mani e corpi sinuosi alla ricerca di un contatto quasi ancestrale e primitivo, di uno sguardo profondo, di un sentimento vero e autentico.

Le scarpe sono logore, i piedi esausti, ma i visi restano raggianti: il clarinetto, il tamburo, il violoncello cadenzano e scandiscono il battito del cuore. C’è il desiderio di lasciarsi andare e di entrare in contatto con gli altri, riscoprendo il senso della collettività e della fratellanza. I protagonisti sono vivi, come reali le loro emozioni: c’è entusiasmo ma anche gelosia, c’è stanchezza ma anche estrema libertà.

Con Le Grand Bal la regista riflette sull’importanza della condivisione e della passione quali valori necessari e fondamentali per riscoprire l’altro in una società quale quella odierna, troppo frenetica e superficiale, individualista e senza alcuna poesia.

La danza, di ieri e di oggi, diventa così terapia necessaria ed elementare per ritrovare l’armonia della vita stessa.

 

 

Anastasia Mazzia