LE RECENSIONI DI MONDOSPETTACOLO: HITCHCOCK

Un caso di metacinema, ovvero di cinema sul cinema. Questo film non parla, in verità, dell’intera biografia del mago del brivido Alfred Hitchcock, ma solo di un breve ma significativo passaggio di essa. Ovvero, il progetto e la lavorazione di uno dei suoi film più memorabili, “Psyco”.
Senza alcun dubbio è una storia interessante, che veramente dà un’idea del genio del regista inglese.
Vediamo infatti come Hitch (interpretato dal sempre bravo Anthony Hopkins) stesse attraversando un periodo in cui non trovava ispirazione (“La donna che visse due volte” e “Intrigo internazionale” gli ultimi che aveva girato, ma la circostanza viene sì e no menzionata), e la sceneggiatura che gli propone lo scrittore Whitfield Cook (Danny Huston), spinto anche da sua moglie Alma (Helen Mirren) lo lascia molto tiepido. Poi sente parlare di un romanzetto thriller apparentemente mediocre e stroncato dalla critica, restandone viceversa incuriosito. Lo divora in breve tempo e decide che sarà il soggetto del suo nuovo film. Ovviamente nessuno (e specialmente nessun produttore) lo prende sul serio, al punto che Hitch ipoteca la casa per potersi autofinanziare.
Questo crea ovviamente tensione tra lui e la moglie, da sempre sua fedele collaboratrice, la quale è invece sempre più intrigata (e non si capisce del tutto fino a che punto…) da Cook e dalla sua sceneggiatura, alla quale si offre di collaborare… destando legittimi sospetti nel marito impegnato nella scommessa di “Psyco”. E la scoperta delle ossessioni di Hitch (le sue attrici sempre bionde, una certa tendenza al voyeurismo, il pensiero di un serial killer che sembra apparirgli di continuo per consigliarlo) non migliora certo la situazione.


Il resto è storia:  a dispetto delle previsioni e dello scetticismo di molti, Psyco all’uscita fece molto scalpore ed è diventato un cult.
Come detto, il film (diretto dal poco conosciuto Sacha Gervasi) ci mostra da molti dettagli la genialità del protagonista: come quando acquistò tutte le copie esistenti del romanzo perché nessuno potesse conoscere il finale del film, o intervenne di persona sulla scena della doccia terrorizzando Janet Leigh (Scarlett Johansonn), o diede istruzioni molto precise per le sale che avrebbero proiettato il film per la prima volta (curiosamente però non vi è alcun accenno alla sua scelta di girare in bianco e nero, anch’essa non casuale).
In definitiva un film ben fatto ed interessante per chi voglia approfondire un pezzo importante di storia del cinema. Solo una cosa, volendo, delude: Anthony Hopkins è bravo come sempre, ma nonostante il trucco e tutto il resto ad Alfred Hitchcock non assomiglia proprio per niente. Ne imita perfettamente gli atteggiamenti e l’espressione, ma chi è abituato alla caratteristica fisionomia del mago del brivido e ne ha viste numerose imitazioni e parodie (spesso in spot pubblicitari) non può fare a meno di restarne un po’ deluso.

 

Giuseppe Massari