LE RECENSIONI DI MONDOSPETTACOLO: THE AMAZING SPIDER-MAN 2: IL POTERE DI ELECTRO

Torna Spider-man al cinema, con il secondo film della nuova trilogia (ricominciata da zero dopo quella precedente con Tobey Maguire).

Nel film precedente Spider-man nasceva e doveva scontrarsi con Lizard (a poco a poco stiamo vedendo tutti i suoi nemici storici: nella saga precedente si erano visti il Dr. Octopus, l’uomo sabbia e Venom, oltre all’onnipresente Goblin): questa volta è il turno di Electro.
Electro è un ingegnere della Oscorp (l’azienda di Norman Osborne: perché anche qui non manca l’apparizione di Goblin, da sempre la nemesi del tessiragnatele), Max Dillon (Jamie Foxx), grande fan di Spider-man e un po’ mitomane, che in seguito ad un grave incidente acquista il potere di governare l’elettricità a potenziali altissimi, impazzendo però definitivamente.
Intanto Peter Parker/Spider-man (Andrew Garfield, che ahimé ha anche lui superato i 30 anni dovendo interpretare un ventenne) tiene fede alla sua sorte di super-eroe con super-problemi: il suo amore difficile con Gwen Stacy (Emma Stone), i rapporti con la zia May (Sally Field), e il suo più caro amico Harry Osborne (Dane DeHaan, bravo ma forse con meno “physique du role” del suo predecessore James Franco) che gli chiede un aiuto che lui, in coscienza, non può dargli.

Harry è afflitto da una malattia genetica e ritiene, a torto, che Spider-man possa aiutarlo, e perdipiù dopo la morte del padre Norman (Chris Cooper), morto per la medesima malattia, è stato estromesso dall’azienda dal manager senza scrupoli Donald Menken (Colm Meore).
Invece Peter riuscirà finalmente a scoprire quale fu la vera sorte dei suoi genitori, sorte oltretutto legata (in modo in parte casuale) all’origine dei suoi poteri.
Forse più riuscito del precedente, questo film si sforza di approfondire di più i vari aspetti psicologici (nei limiti in cui questo genere di film può farlo) puntando un po’ meno su scene spettacolari ed effetti speciali (che comunque non mancano, ed è sempre suggestivo vedere Spider-man in azione e vederlo volare tra i grattacieli quasi in soggettiva).
Non mancano nemmeno situazioni drammatiche estreme (che non si possono rivelare per il rischio spoiler), che peraltro richiamano quelle viste a suo tempo nei fumetti (per chi conosca la saga fin dalle origini).


Qui riusciamo a vedere ben tre super-cattivi: Electro, Goblin e, in un finale semi-aperto, uno che potrebbe essere Rhino (anche se il nome non è accreditato). Naturalmente non manca il solito cameo di Stan Lee.
C’è pure una curiosa citazione: la suoneria del cellulare di Peter è nientemeno che il celebre motivetto della serie animata degli anni ’60.
Marc Webb, succeduto a Sam Raimi, tutto sommato non lo fa rimpiangere.

Giuseppe Massari