A chi le suona Campanella: Marco Tullio Barboni, da Trinità al Super-Io

Dopo le numerose presentazioni nelle principali librerie della Penisola, sta riscuotendo molto successo di vendite il libro di Marco Tullio Barboni, intitolato “… e lo chiamerai destino”(Edizioni Kappa).


Marco Tullio è figlio d’arte: suo padre Enzo Barboni, col nome d’arte E. B. Clucher, è passato alla storia del cinema italiano quale regista della mitica pellicola “Lo chiamavano Trinità”, che ha lanciato nel mondo intero la storica coppia dagli incassi d’oro formata da Bud Spencer e Terence Hill. E proprio in quella occasione Marco Tullio, allora giovanissimo, ha debuttato nel cinema come secondo aiuto regista. Da quel momento in poi le sue esperienze in campo cinematografico si sono moltiplicate arrivando a diventare sceneggiatore (di oltre una quarantina di lavori tra fiction e film), regista in prima persona ed anche produttore, costituendo col famoso papà la società T.O.T.A. (“Anche gli angeli mangiano fagioli” con Giuliano Gemma e Bud Spencer la prima opera realizzata).

“… e lo chiamerai destino” è il suo primo libro, nel quale confluiscono, in un tema universale dalla struttura narrativa originalissima, le sue esperienze professionali ed anche i suoi studi giuridico-umanistici (si è infatti laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla censura, avendo come relatore l’onorevole Aldo Moro). Un’opera letteraria, quella di Barboni junior, impostata quasi come la sceneggiatura di un testo teatrale o di un film per le sale, che si legge tutta d’un fiato, avvincente, ricca di colpi di scena, tesa allo spasimo, come una sottilissima corda in bilico. Tra le pagine viene affrontato il continuo conflitto, insito in ognuno di noi, tra la nostra parte psicologica cosciente e quella “nascosta”, dove quasi sempre quest’ultima prevale sulla prima, anche contro la nostra apparente volontà.

Barboni con l’attore Carlo Carulli e il regista Campanella

In pratica, secondo l’autore, quella che comunemente chiamiamo in modo semplicistico “sfortuna” non esiste: siamo sempre noi stessi a decidere il nostro destino, anche quando razionalmente non ce ne rendiamo conto. Tutta colpa (o merito?) di quello che Sigmund Freud definiva “Super-Io”. L’argomento è “forte”, ma ripeto, viene affrontato in modo sobrio, diretto ed immediato, con ritmo serratissimo. Marco Tullio Barboni sta già lavorando a un nuovo volume, il cui argomento è per ora “top secret”. Sono certo che non deluderà le aspettative.

Pierfrancesco Campanella