Un brano che intreccia spiritualità, identità e ricerca interiore. Marco Tascone, voce e cuore di LeFragole, ci accompagna in una ballata intensa che esplora la tensione tra fede e disillusione. “La (di)retta via” è una preghiera laica per chi cerca risposte dentro sé stesso.


Ciao, da dove nasce l’ispirazione per il nuovo singolo “La (di)retta via”?

L’ispirazione per “La (di)retta via” affonda le radici in un’Italia intrisa di una profonda cultura cristiana, un’eredità di valori preziosi ma anche di un pesante debito di sensi di colpa. In questo contesto, il brano si fa portavoce di una verità liberatoria: la vera “retta via” non è un percorso predefinito, imposto da una voce esterna, ma una strada interiore, un sentiero che risuona con la nostra autenticità. È la via che ci permette di fiorire, di sentirci integri e in armonia con noi stessi. Solo quando siamo in pace con la nostra anima, possiamo veramente aprirci agli altri e donare un amore autentico e disinteressato. “La (di)retta via” è un invito a liberarsi dalle catene del conformismo e a intraprendere un viaggio verso la propria essenza.”

Quali emozioni prevalgono all’interno del brano?
Nel cuore de “La (di)retta via” pulsa un’emozione di insofferenza, una ribellione contro quella solitudine che cerca di soffocare lo spirito, di costringerci a procedere “a testa bassa” lungo un sentiero tracciato da una cultura spesso restrittiva. È un grido di liberazione contro le catene che imprigionano l’anima, un’affermazione della necessità di ascoltare la propria voce interiore anziché conformarsi a modelli esterni. Ma attenzione: questa ricerca di libertà non si traduce in egoismo. Al contrario, il brano sottolinea come l’amore vero, quello che arricchisce e guarisce, possa nascere solo da un profondo amore per sé stessi. Solo quando ci sentiamo completi e in armonia con la nostra interiorità, siamo capaci di donare agli altri un amore autentico e disinteressato.

Dal punto di vista musicale, quali sono state le tue principali influenze?

Le influenze musicali che hanno plasmato “La (di)retta via” sono un crocevia di epoche e stili, un omaggio alla ricchezza della musica popolare. C’è l’eco dei Beatles, con le loro melodie immortali e la loro capacità di toccare le corde dell’anima. C’è l’impronta di Battisti, con la sua poesia visionaria e la sua capacità di esplorare le sfumature dell’amore e dell’esistenza. E poi c’è l’amore per la musica degli anni ’70, sia italiana che straniera, con le armonie dei Mamas & the Papas, la malinconia senza tempo di Simon&Garfunkel, e la delicatezza indie-pop dei Belle and Sebastian. È un mix di suggestioni che si fondono in un suono personale e riconoscibile che vorrei fosse un ponte tra passato e presente.
Hai in mente qualche progetto per il futuro?
LXI è un progetto ambizioso e multiforme, un vero e proprio romanzo musicale composto da 32 canzoni. Ogni brano è un capitolo di una storia più ampia, un’esplorazione delle complessità dell’animo umano. Ma il viaggio non si ferma qui: sono già in lavorazione degli spin-off che approfondiscono alcuni snodi narrativi, che gettano nuova luce sui personaggi e sulle loro vicende. E poi c’è la collaborazione con Matt Gray, un altro cantautore con cui condivido la passione per la sperimentazione. Insieme, stiamo dando vita a un progetto che esplora i confini del suono e dell’armonia, un’avventura creativa che fonde le nostre sensibilità e che vorrei promettesse di sorprendere e commuovere.


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