Giacomo Gatti dirige il documentario L’energia della creazione, che esplora le realtà del mondo del lavoro approfondendo il rapporto tra uomo, impresa e creatività.

In precedenza aveva già trattato il tema con un altro docufilm: Il fattore umano Lo spirito del lavoro, presentato alla Festa del cinema di Roma nel 2018.

Il film si snoda in quattro capitoli tematici: la scienza come strumento di pace, il pane come simbolo di rigenerazione, l’errore come fonte di innovazione, la comunità come modello di sviluppo sociale. Uno sguardo filosofico ed emotivo che rivela come il lavoro possa essere l’espressione più profonda della nostra vita interiore. Ogni esempio, a tal proposito, viene dimostrato attraverso incontri concreti che consacrano la missione che si era prefissato il regista insieme alla Inaz produzioni. In principio vi è l’incontro con gli scienziati impegnati nella ricerca di un’energia sostenibile. Si evidenzia come tantissimi di essi provengano da tanti paesi diversi, anche quelli che politicamente sono distanti o addirittura in conflitto. Un esempio di come la passione diventi un lavoro condiviso che determina un valore da mettere a disposizione dell’umanità intera.

È la volta poi degli studenti del Politecnico di Milano impegnati nella progettazione e produzione di una monoposto da corsa. Si sono potuti avvalere di aiuti da parte di Brembo, per l’impianto frenante, e hanno ottenuto anche una visita alla Dallara, cui l’ingegnere capo nell’incontro, con una delegazione degli studenti, ha visionato il loro progetto e gli sbagli che strada facendo avevano commesso. La considerazione, però, che ne ha tratto è che l’errore è un passo verso il successo. Infine il pane e il birrificio, l’elaborazione di due elementi naturali, che insieme evidenziano la ricchezza del territorio italiano e le eccellenze alimentari che contraddistinguono il Belpaese. Ciò che resta impresso nel primo caso è la saggezza di lavorare il grano con lentezza, rispettando i tempi della natura per un’agricoltura sostenibile. Per quanto concerne il birrificio di Messina, invece, si è messa in gioco una comunità intera che ha saputo sviluppare un progetto culminato in un successo sociale.

L’energia della creazione ha dunque un’importanza rilevante e mostra un viaggio da nord a sud in cui progettazione, innovazione e produttività si coniugano perfettamente con la sostenibilità, che tende a valorizzare l’ambiente dove gli individui operano. Un percorso, quello di Giacomo Gatti, che concretamente racconta la passione per il lavoro che le persone incontrate trasmettono. È di rilievo il desiderio del regista di portare in scena il suo documentario, e, senza la scintilla del suo entusiasmo, questo progetto non avrebbe preso vita. Un’opera che può essere d’ispirazione per molte persone e che andrebbe fatta vedere anche nelle scuole. Specialmente in un periodo storico come il nostro, con il mondo del lavoro in crisi, può offrire spunti soprattutto ai giovani. Perché L’energia della creazione ci dimostra che tutto si può realizzare, anche in un percorso costellato di errori che, se affrontati seriamente senza le pressioni imposte da un mercato fuori controllo, possono essere forieri di innovazione.


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