L’ingrediente segreto: degrado e ironia in equilibrio perfetto

Vele (Blagoj Veselinov) è un meccanico che lavora in un deposito ferroviario a Skopje, in Macedonia. Lo stipendio basso e sempre in ritardo non permette lui di comprare le medicine necessarie al padre malato di cancro.

La situazione si fa via via più pesante per il ragazzo e il genitore che devono, in più, affrontare la perdita in un incidente passato della madre/moglie e del fratello/figlio più piccolo. Quando tutto sembra andare per il peggio, Vele trova per caso, su un treno, un pacchetto di marijuana. Lo ruba e lo usa per fare una torta utile a lenire i dolori di suo padre Sazdo (Anastas Tanovski), camuffandola da trattamento sperimentale.

In poco tempo, la voce della cura miracolosa scoperta dal meccanico si sparge per la città e, alla porta della sua casa, si forma una fila di persone che lo credono un santone e guaritore. E si aggiunge anche una coppia di stravaganti criminali alla ricerca della droga perduta. A Vele non resta che sparire e lanciarsi in una stupefacente fuga che lo porterà a ricucire il rapporto lacerato con il padre.

L’ingrediente segreto di Gjorce Stavreski è il perfetto equilibrio che il regista, al suo primo lungometraggio, riesce a creare tra durezza della storia e umorismo. Stavreski porta sullo schermo, da un lato, l’immagine di un Paese ridotto alla miseria, socialmente critico e soggiogato alla criminalità dove basta poco per credere che la strada migliore sia affidarsi a superstizione e magia.

Dall’altro, punta l’obiettivo della camera di ripresa su una dimensione ben più intima e personale: quella di una famiglia distrutta dal lutto e dalla perdita, di un rapporto tra padre e figlio che, dopo il dramma, deve essere ricostruito.

Eppure, ogni dolore mostrato è bilanciato in modo perfetto da una comicità che regala momenti di inaspettata leggerezza. La cupezza lascia presto il posto al sorriso e ci si ritrova a guardare una vicenda surreale in cui è difficile non provare empatia per un protagonista che, nella bruttura generale, riesce con il suo delicato altruismo a catturare la benevolenza dello spettatore.

Mescolando con attenta cura elementi apparentemente discordanti, Stavreski, quindi, ottiene ne L’ingrediente segreto una ricetta ben riuscita.

 

 

Valeria Gaetano