L’OFFENSIVA STATUNITENSE VERSO LA RUSSIA SI SPOSTA NEI MEDIA

Federica Morgherini a Riga dichiara che l’Europa sta lavorando per contrastare l’informazione in lingua russa.

6 marzo 2015/Sputnik/. Nell’ambito della conferenza interparlamentare per gli affari esteri e le politiche di sicurezza dell’UE, che si sta svolgendo a Riga, il commissario Federica Mogherini ha dichiarato:

“L’Europa sta lavorando alla comunicazione strategica per contrastare la propaganda in lingua russa non solo nella regione del partenariato orientale o in Russia, ma anche nella stessa Europa perché abbiamo una grande comunità di russofoni che non è solo ad est dell’Unione, ma anche in altri paesi”.

Pochi sanno però che le parole della Mogherini sono già in atto nei piani statunitensi.

Il senato degli Stati Uniti d’America ha stanziato nel gennaio scorso sei milioni di dollari per realizzare tre stazioni televisive in lingua russa nelle repubbliche baltiche.

A rivelarlo è stata la professoressa Gaman Golutvina, nell’ambito di un simposio internazionale, organizzato dalla facoltà di relazioni internazionali dell’Università di San Pietroburgo, e che si è tenuto il 26 gennaio scorso.

Nello stesso tempo, il parlamento estone ha approvato una cifra analoga che consentirebbe di creare a breve una televisione nazionale estone in lingua russa con contenuti prettamente occidentali e cofinanziata da USA ed Estonia.

Sembrerebbe quindi concretizzarsi una vera e propria offensiva strategica occidentale sul terreno mediatico. L’occidente sta avvertendo la perdita del monopolio dell’informazione e cerca così d’influire direttamente sull’opinione delle popolazioni dei paesi vicini alla Russia, quali Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina, oltre ai paesi baltici.

Lo stesso segretario di stato USA, John Kerry, citando l’influenza di RT, visibile in tutto il mondo — e quindi negli USA — in inglese, arabo e spagnolo, ha chiesto al dipartimento di stato “639 milioni dollari per aiutare i nostri amici in Ucraina, Georgia e Moldova che cercano di rafforzare le loro democrazie, resistendo alla pressione dalla Russia, per meglio integrarsi in Europa”.

Fonte: http://it.sputniknews.com/mondo/20150306/85042.html