L’ospite: complicate relazioni umane

Se è vero che, a quanto pare, nulla è più complicato delle relazioni umane, il regista Duccio Chiarini tenta di mettere in scena attraverso L’ospite le mille sfaccettature che un rapporto di coppia può assumere.

Seppur con molta difficoltà, infatti, il lungometraggio tenta di dare una risposta ai mille interrogativi che tormentano le persone coinvolte in una relazione.

La storia messa in scena è quella di Guido (Daniele Parisi), il quale, in crisi con la fidanzata Chiara (Silvia D’Amico), è costretto a farsi ospitare prima dalla sua famiglia, poi da altre coppie di amici. E il ragazzo avrà così modo di constatare come anche in altre relazioni vi siano, alla base, le più disparate problematiche.

Calcando il modello delle commedie francesi post nouvellevaguiane in cui sono i sentimenti umani ad essere scandagliati in tutti i modi, Chiarini cerca di proporre anche in terra italiana situazioni analoghe. Il suo tentativo di descrivere i rapporti umani, unitamente all’elaborazione di una separazione, tuttavia, fatto sì che il suo L’ospite finisca inevitabilmente per somigliare agli innumerevoli prodotti del genere realizzati ogni anno nel nostro paese. Malgrado, appunto, il tentativo di conferire al tutto un respiro internazionale.

Ciò che caratterizza il presente lavoro, dunque, sono ritmi e messa in scena da fiction televisiva, risvolti di sceneggiatura fortemente prevedibili, espedienti comici fin troppo deboli e personaggi che abbiamo avuto modo di incontrare già in numerosi altri lungometraggi. Il risultato finale, di conseguenza, è un lavoro in cui si notano sì buone intenzioni e idee inizialmente genuine, ma, purtroppo, anche privo di mordente e di una propria, marcata personalità.

Ciò che viene immediatamente da pensare una volta giunti al termine della visione de L’ospite è, dunque, che purtroppo il nostro cinema sta attraversando una profonda crisi creativa da cui, oggi come oggi, sembra tanto difficile riprendersi.

 

 

Marina Pavido