Love again: l’amore secondo Celine Dion

Da anni, ormai, i cellulari governano le nostre vite: ci lavoriamo, comunichiamo con amici e parenti vicini e lontani, li usiamo per fare le foto senza portarci appresso pesanti macchine fotografiche. Sono una vera e propria appendice della nostre mani.

In Love again, per Mira Ray, una illustratrice di libri indirizzati ai bambini, il cellulare diventa anche l’unico modo per mettersi virtualmente in contatto con il fidanzato, morto in un incidente. Il suo numero di cellulare è ancora in rubrica, John le manca tantissimo e così Mira continua a mandargli messaggi per raccontargli le sue giornate e per sentirlo vicino.

Non sa, tuttavia, che il numero è stato riassegnato ad un critico musicale che si ritrova, di punto in bianco, testimone di un grandissimo amore e di un profondo dolore e altro non desidera che conoscere chi scrive quelle parole così cariche di significato. Lui stesso è stato lasciato a pochi giorni dal matrimonio e considera l’amore una perdita di tempo, l’origine delle peggiori sofferenze: quando, però, seduto di fronte a Celine Dion per un’intervista, le racconta quanto sta accadendo, i due iniziano a disquisire sull’amore e su tutte le sue sfaccettature. E cosa è meglio delle canzoni di Celine per esplorare i sentimenti e i loro significati più profondi? Con la primavera sbocciano fiori e nuovi amori e nei cinema approda una commedia romantica che sembra perfetta per la stagione in corso.

Love again, diretto da James Strouse, con Pryianka Chopra Jones, Sam Heughan e Celine Dion in carne ed ossa, al suo debutto cinematografico, si inserisce a pieno titolo nel filone più romantico di tutti, rispettandone i cliché, sì, ma aggiungendo al tutto una colonna sonora d’eccezione e facendo della presenza della cantante canadese un punto di forza davvero notevole ed intrigante. Celine Dion è una vera scoperta: brava, autentica, autoironica. Talmente magra da sembrare un uccellino spaurito, ma la sua presenza sullo schermo funziona eccome: certe sue battute al vetriolo ricordano l’indimenticabile Miranda Priestly interpretata da Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada, ma, al contempo, la cantautrice svela se stessa e parte della propria vita, raccontando a più riprese la sua storia d’amore con l’amatissimo marito René Angélil, scomparso sette anni or sono. Ambientato in una delle location romantiche per eccellenza quale è New York, il film del regista statunitense è una commedia ben scritta, che rispecchia fedelmente i canoni del genere: lui, lei, l’altro.

Una perdita, un incontro casuale, l’amore, l’allontanamento, il deus ex machina d’eccezione – il cui ruolo è qui affidato per l’appunto alla cantante – e l’immancabile happy ending. Niente di nuovo sul fronte occidentale direte voi, e invece no. Perché sarà per l’inimitabile atmosfera newyorchese, sarà per i brani, veri e propri capisaldi della musica contemporanea, sarà per gli interpreti, volti giovani e frizzanti, la storia funziona: intrattiene a dovere, suscita risate e riflessioni sul tema della perdita, fa venire i lucciconi al momento giusto e rende omaggio ad una delle più grandi artiste dei nostri tempi. I dialoghi frizzanti e genuini dello stesso Strouse – che ha scritto, tra gli altri, The Hollars, una commedia bellissima mai arrivata sul grande schermo italiano – sono la base indubbiamente vincente del film. E, tra dissertazioni sugli animali da compagnia, una gara a suon di sneakers e un incontro-scontro sul campo di basket, si inseriscono tante considerazioni sull’amore: quel sentimento che aiuta a superare le cose insieme, che richiede coraggio, che ha un piano per tutti noi. Se amate Celin Dion e vi sgolate cantando le sue canzoni e se, soprattutto, siete degli inguaribili romantici, Love again è il film per voi.

 

 

Mirko Lomuscio