L’uomo dei ghiacci – The ice road: fuoco, neve e Liam Neeson

L’uomo dei ghiacci – The ice road vede Liam Neeson nei panni del camionista Mike McCann, veterano dei trasporti che, accompagnato perennemente dal fratello Gurty alias Marcus Thomas, sofferente di afasia, si barcamena tra un lavoro e l’altro senza mai concludere qualcosa di effettivamente appagante.

Una buona occasione gli si presenta quando Jim Goldenrod, interpretato da Laurence Fishburne, cerca dei camionisti in grado di attraversare la parte nord del Canada per trasportare un carico importante, utile alla salvezza di un gruppo di minatori intrappolati sotto terra.

Ma le acque ghiacciate pronte a sciogliersi non saranno l’unico pericolo da affrontare, in quanto persone minacciose lo aspettano per ostacolare il suo lavoro, anche a costo di ucciderlo.

Chiaramente, però, avendoci abituati a Io vi troverò e simili, sappiamo bene che, quando si trova davanti alla macchina da presa, Neeson non è davvero il tipo che si lascia mettere i piedi in testa; tanto più che a dirigerlo è qui Jonathan Hensleigh, regista di The punisher, nonché sceneggiatore di Die hard – Duri a morire.

Dopo L’uomo sul treno, Un uomo tranquillo e Un uomo sopra la legge, quindi, nella filmografia del buon Liam mancava proprio un titolo come L’uomo dei ghiacci – The ice road, in modo da completare un poker in cui si cimenta nel ruolo di eroe improvvisato in azioni spericolate.

Sotto certi aspetti, un ruolo action più umano del solito, questo, ma non esente da momenti che dovrebbero essere al cardiopalma, considerando la tipologia di film.

Eppure Hensleigh non riesce a costruire una degna suspense, gettando alle ortiche un soggetto interessante, in quanto immerso in una prevedibile caccia a base di buoni contro cattivi che, alla lunga, rivela più di un punto debole.

Di buono vi è il fatto che non si tratta del solito prodotto incentrato esclusivamente su esplosioni e sparatorie; ma un contesto originale come quello delle terre ghiacciate meritava sicuramente di riuscire ad incollare lo spettatore alla poltrona in un on the road come si deve, mentre il tutto non viene sviluppato degnamente.

Mostrando a tratti una scrittura stanca e parentesi che sfiorano il ridicolo involontario (soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Neeson) che rendono L’uomo dei ghiacci – The ice road un’opera riuscita a metà e, per certi versi, raffazzonata. Come testimonia il montaggio che, in determinati momenti, tenta evidentemente di nascondere visibili lacune di budget.

 

 

Mirko Lomuscio