Bambole, bombolette, bambolotti, pupazzi, peluche e giocattoli indemoniati sono uno dei temi preferiti del cinema horror. Dal rosso Chucky, protagonista della fortunata saga Bambola Assassina, ad Annabelle ed i suoi numerosi sequel, passando per le saghe Puppet Master e Demonic Toys, alle Dolls di Stuart Gordon, i pupazzi da ventriloquo di Incubi Notturni di Alberto Cavalcanti, Magic di Richard Attenborough e Dead Silence di James Wan, fino ad arrivare alle bambole finte indemoniate come il Brahms  del The Boy di William Brent Bell. E non scordiamoci i giocattoli o pupazzi che, pur non essendo i veri protagonisti del film, hanno comunque una parte importante nella storia, come il feticcio Zuni della Trilogia del Terrore di Dan Curtis, il Clown di Poltergeist, vecchia e nuova versione, il Billy della saga di Saw, e compagnia cantante. Insomma, da sempre, nell’horror, la bambola che si anima e prende vita, divenendo un feroce assassino, è un tema fondante e carico di suggestioni. Del resto la bambola è uno dei giochi più antichi della storia, e la sua estetica antropomorfa, con gli occhi vitrei e la fissità sovrannaturale, la rendono inquietante già per sua natura. Nel 2022 una nuova bambola si aggiunge al lungo elenco sopracitato, ed è maggiormente minacciosa perché non ha nulla a che fare con maledizioni o serial killer reincarnati, bensì nasce da una delle tecnologie più controverse del secolo attuale, l’intelligenza artificiale. Il film in questione, diretto da Gerard Johnstone e prodotto nientemeno che da quella coppia di furboni composta da Jason Blum, produttore a capo della famosa Blumhouse Productions, e dal regista James Wan, che, come afferma lui stesso, con le bambole ci ha sempre saputo fare, sia come regista (Saw, Dead Silence) che come produttore (Annabelle), si intitola M3gan, acronimo di Model 3 Generative ANdroid, ed ha come protagonista una bellissima bambola alta come una bambina, che cammina, parla, legge, disegna, balla e, perché no, uccide senza alcun rimorso. M3gan non è un semplice horror, ma un film che tenta di indagare a fondo alcuni aspetti della società contemporanea che spaventano e rattristano, in vista del futuro.

La piccola Cady di otto anni rimane orfana dopo aver perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Ad occuparsene sarà adesso la zia Gemma, sorella della mamma. La giovane è una super donna in carriera, esperta di robotica presso una multinazionale dove si producono giocattoli computerizzati sempre più innovativi ed all’avanguardia, e sta ora lavorando al suo ultimo progetto, la bambola M3gan, che, grazie all’intelligenza artificiale, è in grado di ascoltare, osservare, proteggere ed educare i bambini. Avendo pochissimo tempo per stare dietro a Cady, Gemma deciderà di testare su di lei la bambola, convinta di fare il bene della nipotina, ma ben presto la situazione le sfuggirà di mano, quando M3gan, super protettiva nei confronti della bambina a cui è stata associata, deciderà di cominciare a pensare di testa sua e agire come meglio crede. Ma la bambola non ha morale, non ha freni inibitori, non ha coscienza, ed il suo solo scopo è proteggere Cady da tutti coloro che le fanno uno sgarbo, e non lesinerà spargimenti di sangue.

Il tema della bambola non indemoniata ma dotata di intelligenza artificiale e capacità di un rapido apprendimento rende la pellicola di per sé interessante, perché si esce un po’ dal solito cliché di demoni e satanassi vari per sollevare una più profonda questione che riguarda il nostro futuro prossimo: dove ci porterà questa tecnologia sempre più avanzata e perfezionata, che rende le macchine, i computer, gli androidi, sempre più vicini agli esseri umani? Il tema era già stato indagato a fondo nel 2015 dall’allora neofita Alex Garland, al suo debutto sul grande schermo, col suo Ex Machina, dove si ipotizza addirittura la storia d’amore tra un uomo e un androide dotato di intelligenza artificiale. M3gan affronta il tema, però, virando più sull’horror, e questo è forse il suo punto debole, perché la parte più propriamente orrorifica del film ricalca abbastanza le gesta di Chucky, soprattutto quelle del reboot del 2019 firmato da Lars Klevberg, dove, come qui, il bambolotto fa strage di tutti coloro che offendono in qualche modo il suo padroncino, animali compresi. In M3gan si è cercato di fondere la paura della tecnologia, tipica della fantascienza futuristica, con quella atavica dell’oggetto maledetto che prende vita, con una buona dose di splatter e gore, pur tuttavia, anche con le buone premesse, il film non decolla mai del tutto, resta piuttosto fiacco, senza mai riuscire a far paura ma nemmeno ad inquietare più di tanto, nonostante la bella estetica della bambola.

M3gan è stata appositamente programmata per essere protettiva e materna nei confronti dei bambini che l’acquisteranno, fungendo loro non solo da gioco ma da amica, da insegnante e perché no anche da genitore. Ma come può un oggetto senza anima e senza etica prendere il posto dei genitori nella vita e nella crescita di un bambino? Quanto è corretto affidare l’educazione dei propri figli ad un androide? E qui si solleva il secondo dei due grandi temi trattati in M3gan, quello della genitorialità odierna. Nell’epoca delle corse sfrenate, dei mille impegni, dei genitori che lavorano a tempo pieno ed hanno decine di interessi, i bambini sono spesso considerati quasi delle noie, dei pacchi da mollare dove si può , basta che non scoccino. Piantati per ore e giorni interi davanati a schermi di tablet, pc, cellulari o quando va bene televisori, vengono abbandonati a se stessi, e giocare con loro, leggere loro una storia, parlarci, sono ormai gesti sempre più rari. Quale, quindi, di queste famiglie che usano la tecnologia come un surrogato genitoriale, non sarebbe disposta a spendere oltre 10.000$ per acquistare una bambola che, una volta in casa, non dovrebbe farle più pensare a nulla? I bambini, con M3gan, si scorderebbero di tutto il resto, e qui sta il terrificante della commercializzazione di tale giocattolo. E proprio questo farà Gemma, che affiderà completamente Cady a M3gan, tanto che la bimba si attaccherà molto più all’androide che alla zia biologica, e si scorderà dopo poco anche del dolore della perdita dei genitori, di cui parrà avvertire sempre meno la mancanza. Emblematica, in tal senso, la figura della psicologa, che cercherà più volte di far presente a Gemma come sia assurdo che la bimba riversi tutto il suo amore e la sua fiducia su una macchina, anziché su una persona a lei cara.

M3gan è un film che, per essere americano, è stato fatto con un piccolo budget di circa 12 milioni di dollari, però i soldi sono stati investiti bene, soprattutto nella realizzazione della bambola. In alcune scene essa è infatti un animatrone comandato sul set da ben due burattinai che si accucciavano in ogni angolo possibile per poterla manovrare manualmente, mentre nelle scene in cui deve ricordare maggiormente una bambina è interpretata dalla neozelandese Amie Donald, attrice ma soprattutto bravissima ballerina che ha addirittura vinto delle medaglie alla Coppa del Mondo di Danza nel 2019. La scena della danza killer di M3gan è così persino diventata virale su TikTok. Belli e decisamente appaganti sono anche gli effetti gore realizzati da Sven Harens, mentre non si può dire lo stesso della colonna sonora originale di Anthony Willis, piuttosto stanca e banale. Pezzi famosi vengono poi cantati o suonati dalla stessa bambola, come Titanium di David Guetta e Sia e Toy Soldiers di Martika.

Il cast non vanta nomi eccelsi, ed a distinguersi, oltre alla bambola naturalmente, sono le due protagoniste femminili, la zia Gemma e la nipotina Cady. Gemma è interpretata dall’attrice Allison Williams, volto noto agli horrorofili per aver interpretato la stronzissima Rose Armitage in Scappa – Get Out, prima pellicola diretta dal regista Jordan Peele. La piccola Cady è invece la californiana Violet McGraw, che aveva già partecipato a film importanti quali Doctor Sleep di Mike Flanagan (2019) o Black Widow di Cate Shortland (2021), ed alla nota serie tv, creata dallo stesso Flanagan, The Haunting of Hill House.

Nonostante il mio giudizio non positivissimo, M3gan è comunque un film che ha ottenuto un buon successo ed è già stata annunciata per il 2025 l’uscita di un sequel, M3gan 2.0, prodotto anch’esso dalla Blumhouse e dall’Atomic Monster di James Wan, e quella di uno spin-off, Soulm8te, un thriller erotico con un particolare twist tecnologico, che mi ha ricordato, nella trama, il film di Mattia De Pascali con Lorenzo Lepori Il tuo sepolcro…la nostra alcova (2020), dove una bambola diventa una sorta di surrogato della compagna perduta dal protagonista. Insomma, la tematica attualissima dell’intelligenza artificiale e dell’evoluzione incontrollata della tecnologia che, da fedele amica, rischia di diventare uno spaventoso nemico quasi invincibile, sembra aver presa sul pubblico odierno, e suppongo che ci verrà riproposta in più salse in futuro, non solo dalla coppia d’oro Blum/Wan. Qualcosa che nasce per stare al passo con l’uomo ed in un secondo momento prende il comando era già stato più volte tema di horror nel passato, spesso tratti da racconti di Stephen King, basti pensare a Brivido del 1986 diretto dal Re in persona, a Il Tagliaerbe di Brett Leonard del 1992, e a The Mangler – La Macchina Infernale di Tobe Hooper del 1995, tutti incentrati sulla rivolta della tecnologia all’uomo suo creatore, come diversi episodi delle famose serie tv Ai Confini della Realtà o Un Salto nel Buio. Se prima erano gli oggetti meccanici o le auto a ribellarsi, adesso tocca all’intelligenza artificiale tanto controversa, ai progressi eccessivi della scienza, che possono non più aiutare ma diventare pericoli stessi per la vita dell’uomo. Dal paranormale si vira alla fantascienza, in M3gan,  ma quel che posso dirvi è che, vi piaccia o meno, questo è un film che invita a riflettere, e quindi, come tutto ciò che mette in moto le sinapsi del nostro cervello, è ben accetto e merita per lo meno una visione. 

Il film è attualmente disponibile in dvd o sulle piattaforme Amazon Prime Video ed Apple Tv.

https://www.imdb.com/it/title/tt8760708


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