Magic Mike – The last dance: permette quest’ultimo ballo?

Dopo Magic Mike, diretto nel 2012 da Steven Soderbergh, e il sequel di tre anni più tardi Magic Mike XXL, per la regia di Gregory Jacobs (produttore del primo film), lo spogliarellista Mike Lane interpretato da Channing Tatum torna sui grandi schermi a stimolare il desiderio di testosterone che trasuda in locali di strip e addii al nubilato in Magic Mike – The last dance.

Nuovamente sotto la regia di Soderbergh, ci si sposta da Miami a Londra, dopo che l’ex spogliarellista si è lasciato alle spalle una fallimentare carriera nel settore immobiliare per barcamenarsi in lavoretti da bartender.

Durante un grande evento di beneficenza fa conoscenza con la ricca donna d’affari Maxandra Mendoza (Salma Hayek Pinaut), la quale instaura immediatamente un legame sentimentale con lui; tanto da portarlo con sé nella capitale inglese, dove gestisce un importante teatro in cui intende fargli rielaborare un noto testo da palco in versione strip dance, lasciando allo stesso la direzione del tutto per cercare di rinverdire i fasti dell’intero stabile.

All’insegna di un terzo capitolo di cui non si sentiva affatto bisogno, capace forse di lasciare soddisfatto solo il pubblico delle donne, ammaliate da bicipiti ed erotismo trasudante dai corpi scolpiti dei maschietti immortalati.

Messo in piedi senza un briciolo di creatività e di senso della narrazione, Magic Mike – The last dance si riduce a mostrare le doti atletiche dei muscolosi ballerini e del “perfetto” protagonista Tatum, la cui recitazione dubbia si presta a questo tipo di personaggio, che nella misera economia dello script del solito Reid Carolin dei due film precedenti riceve di minuto in minuto solo complimenti da ogni personaggio che incontra.

In mezzo a tutto ciò bisogna anche sorbirsi una Hayek Pinault ridicola all’inverosimile, calata nei panni di un personaggio a dir poco odioso per quanto arrogante e materialista nel profondo. Per non parlare delle varie figure di contorno, macchiette stilizzate al minimo indispensabile (il maggiordomo british interpretato dall’indiano Ayub Kahn-Din, la figlia “intelligente” di Maxandra, l’attrice sfrontata resa da Juliette Motamed, più uno stuolo di ballerini che fanno solo da bella cornice). La vuotezza morale e scontata di Magic Mike – The last dance ci lascia dunque sperare che quell’ultimo ballo suggerito dal titolo sia veramente quello decisivo.

 

 

Mirko Lomuscio