MaMo’s Gang è il risultato dell’incontro tra tre personalità musicali uniche: Gabbo, Squarta e Massimo Moriconi. Un progetto nato quasi per caso, dalla proposta di Gabbo di riunirsi in studio senza preconcetti, semplicemente per fare musica insieme.
Da quel momento, si è creata una sintonia che va oltre la musica, trasformandosi in un vero e proprio percorso di ricerca sonora. La loro visione si esprime attraverso una fusione audace tra jazz e rap, un equilibrio dinamico che fonde l’immediatezza del groove hip hop con la profondità armonica del jazz.
Il loro primo singolo, Freedom Jazz Dance, non è solo un omaggio a Eddie Harris, ma anche il primo tassello di un progetto più ampio, destinato a unire standard e brani inediti.
Con Yassa, la band prosegue il suo viaggio musicale, trasmettendo un messaggio di solarità e divertimento, dove l’energia del R&B incontra la raffinatezza del jazz.
L’improvvisazione è il cuore pulsante del loro processo creativo, un linguaggio spontaneo e coinvolgente che li guida nella costruzione di ogni brano.
Sebbene questa contaminazione possa non essere immediatamente comprensibile a tutti, il loro obiettivo è quello di creare un suono trasversale, capace di affascinare e sorprendere. Il successo del primo brano ha rappresentato un punto di svolta, alimentando la voglia di proseguire il progetto e portarlo sempre più lontano.
MaMo’s Gang nasce dall’incontro di tre personalità molto diverse. Come è nato il progetto e quali sono le dinamiche che vi hanno unito?
Il fulcro del progetto è Gabbo con il quale lavoro spalla a spalla da circa 20 anni, lui oltre ad essere un affermato produttore, è uno dei bassisti moderni più bravi che abbia mai ascoltato.
Un giorno ha proposto sia a me che a Massimo Moriconi di stare in studio e fare musica insieme, da lì ci siamo trovati ed è nata questa sintonia che va al di là della musica ormai.
“Freedom Jazz Dance” è il primo passo di un progetto più ampio. Cosa possiamo aspettarci in futuro?
Nel prossimo futuro ci attende una alternanza tra standard e brani originali :).
Come descrivereste l’energia che emerge dalla fusione tra rap e jazz?
Come una energia affascinate, contemporanea e anche un po’ provocatoria che si basa sull’equilibrio degli elementi.
“Yassa” rappresenta un altro capitolo del vostro viaggio musicale. Qual è il messaggio principale che volete trasmettere con questo brano?
Un messaggio di solarità e divertimento, esternato dalla semplicità ed efficacia del groove R&B, unito alla raffinatezza e complessità del jazz.
In studio avete lavorato senza spartiti fissi. Quanto conta l’improvvisazione nel vostro processo creativo?
Il nostro processo creativo è l’improvvisazione, quindi tutto.
Qual è stata la reazione del pubblico a questa fusione di generi? Pensate che sia un linguaggio musicale comprensibile a tutti?
Non crediamo sia comprensibile a tutti, ma comunque pensiamo sia trasversale, riguardo la reazione del pubblico se tralasciamo le persone a noi più vicine, probabilmente dobbiamo attendere un po’ per capirla.
C’è un momento particolare durante le registrazioni che ricordate con maggiore entusiasmo o che ha segnato un punto di svolta nel progetto?
Sicuramente dopo il primo brano, che ci ha dato la voglia di proseguire il progetto.
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