Mancino naturale: una storia di sport “all’italiana”

Mancino naturale è un film di Salvatore Allocca, prodotto da Emma Film, Rai Cinema e Promenade Films, distribuito in da Adler Entertainment.

Presentato in concorso ad Alice nella Città per la sezione “Panorama Italia”, il film narra la determinazione di Isabella (Claudia Gerini), madre sola e disposta a tutto pur di dare a suo figlio Paolo (Alessio Perinelli) una chance nello spietato mondo del calcio professionistico, ben rappresentato da Marcello (Massimo Ranieri), un manager senza scrupoli.

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Durante il suo percorso si imbatte in Fabrizio (Francesco Colella), che si rivelerà ben più di un vicino di casa in quel di Latina. Inseguendo il suo obiettivo, però, Isabella dovrà vedersela col proprio passato. Nonostante si tratti di base di una storia drammatica, il racconto è dotato di molti elementi umoristici tipici della commedia romantica e degli equivoci, generando così una sinusoide di dramma e ironia che dà ritmo alla narrazione.

La storia è molto semplice e strizza l’occhio a molte pellicole incentrate sul tema, soprattutto provenienti dal panorama statunitense, ma in Mancino naturale, tuttavia, non ci troviamo di fronte al classico esempio di genitore che vive i propri sogni attraverso il figlio o la figlia, giocatore di rugby o cheerleader che sia, piuttosto ad una idealizzazione di un desiderio funzionale a mantenere vivo il ricordo di una persona che ormai non c’è più.

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In questo caso il marito di Isabella, la quale cerca attraverso suo figlio di cancellare un passato traumatico e di gettare le basi nel presente per quel futuro che mai potrà assaporare. Se vogliamo cercare una nota positiva di spicco e una negativa, entrambi riguardano la recitazione.

Apprezzabilissima, spontanea e sempre sul pezzo quella del co-protagonista Francesco Colella, il quale caratterizza con grande dolcezza il travagliato autore televisivo Fabrizio. Meno apprezzabile, forzata e impacciata quella della Gerini, che, dopo alcune prove notevoli del passato, in Mancino naturale sembra tornata indietro per quanto riguarda la sua resa. Il film di per sé è estremamente godibile e capace di far riflettere lo spettatore.

 

 

Dario Bettati