Nel suo avvincente romanzo “La ragazza di via Idro”, Marcello Monti esplora la sottile linea tra bene e male attraverso le sfide affrontate dalla famiglia Bertelli. La decisione di vendere un’auto online li espone a pericoli nascosti nel mondo digitale, mentre l’ispettrice Bisotti cerca di proteggerli. Questo romanzo, pubblicato in self, riflette la passione di Monti per comprendere le persone e le loro complesse dinamiche. Scopri di più su questa coinvolgente storia e l’autore nell’intervista completa che segue.
Marcello, piacere di conoscerti. Senza togliere il piacere della lettura, ritieni che “l’errore” di Enrica sia dovuto alla sua ingenuità o ad un sistema malato, di cui è meglio non fidarsi?
Credo che entrambe le affermazioni possano essere valide. Piuttosto che ingenua, Enrica si è mostrata superficiale. Nel tentativo di controllare tutto e tutti, ha trascurato un aspetto che, forse, non considerava così rischioso. È importante notare che il sistema non è intrinsecamente malato; piuttosto, presenta delle falle e rimane uno strumento nelle mani di chi lo utilizza. Pertanto, il suo funzionamento dipende sempre dall’uso che se ne fa.
Quant’è importante la componente di ironia, in un romanzo giallo? È difficile creare un’armonia fra le diverse parti? Per te, com’è stato?
L’ironia svolge un ruolo fondamentale, poiché riduce la tensione emotiva e permette al lettore di riflettere senza sentirsi sopraffatto. D’altra parte, nella vita quotidiana non si vive sempre in modo estremo… Rispondendo anche alle altre due domande, ho cercato di mantenere un andamento il più realistico possibile durante la scrittura, alternando le varie componenti in modo naturale.
Le descrizioni ne “La ragazza di via Idro” sono estremamente realiste, tanto da creare quasi un senso di turbamento. Secondo te, cosa contribuisce a creare quest’effetto?
La storia raccontata nel romanzo è talmente vicina alla realtà che i personaggi potrebbero essere un conoscente, un amico o persino un familiare. Credo che rendersi conto di quanto possa essere facile trovarsi, da un momento all’altro, nella stessa situazione dei protagonisti susciti più di una preoccupazione.
La sensibilità con cui hai trattato i vari passaggi è magistrale. Ritieni che essere un attento osservatore della realtà possa essere stato un grande punto a tuo favore?
Intanto, grazie per il complimento! Credo che scrivere senza sensibilità ed empatia sia davvero complicato. Queste qualità si sviluppano solo se si è ottimi osservatori e non si è indifferenti a ciò che ci accade intorno.
La costruzione dei personaggi è venuta da sé? Ci sono state delle controversie in questa fase? Hai qualche aneddoto per i lettori?
Distinguerei due fasi: nella prima stesura del romanzo, ho sentito l’esigenza di raccontare la storia senza dare troppo spazio alle emozioni dei personaggi, concentrandomi soprattutto sulle loro azioni. Rileggendo il testo, ho realizzato quanto fosse cruciale esplorare l’evoluzione dei loro pensieri e sentimenti, e come questi cambiassero in seguito agli eventi. Così, ho fatto un passo indietro e ho ripreso in mano il romanzo, immaginando per ogni personaggio un percorso che chiarisse chi erano all’inizio e come si sono trasformati nel corso della storia.
Un susseguirsi di emozioni diverse, un’altalena fra gli abissi e il cielo infinito: tu che immagine useresti per descrivere i vari passaggi?
Credo che l’immagine più evocativa sia quella della copertina del romanzo. Ogni personaggio, infatti, affronta una caduta, cercando, ciascuno a modo suo, di risalire. Tuttavia, non tutti riusciranno a trovare la salvezza…
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