Marcello Parrilli: la bellezza sta anche nella resa

Parliamo di bellezza ed estetica anche con un cantautore che in fondo la bellezza la sfida mostrandosi in pubblico con un piglio vocale assai particolare. Ed è bellezza anche quel suo certo modo di essere semplice… ed è bellezza anche “La resa”, il suo singolo di lancio, quel modo di arrendersi alle evidenze, quel modo di amare… nella resa c’è un profondo modo di amare. Il nuovo disco di Marcello Parrilli è “Moderne solitudini” ed è un breviario d’amore e di spiritualità cantautorale, dove la semplicità del suo pop rock, lui che è polistrumentista e osservatore, scivola senza intoppi e senza mai farsi didascalico e ridondante. Sono canzoni di provincia, sono canzoni consumate a cui inevitabilmente viene da associare il buio di una notte o la luce di un lampione. Sono canzoni di chitarra ferrosa. Sono esercizi estetici di una poesia partigiana. Tutto questo fa parte del nostro concetto di bello, del nostro modo di guardare la musica d’autore italiana.

Noi parliamo spesso di estetica e mettiamo in vetrina la bellezza sfacciata da guardare. Ma non solo. Anzi… ecco perché iniziamo col chiederti: per Marcello Parrilli cos’è la bellezza?
La bellezza è qualcosa che ha a che fare con l’arte in generale. Non ne è esclusa la musica. Esiste in ambito filosofico, l’estetica è una materia che studia la filosofia del bello. Quando mi sono laureato al D.A.M.S. a Firenze nel lontano 2004 discussi una Tesi in Estetica Musicale sul Minimalismo musicale di Philip Glass. Mi ha sempre affascinato questo aspetto della musica.

E l’estetica delle cose quanto conta nel tuo fare musica?
Credo conti tantissimo, come conta per tutti gli artisti. Credo che non esista artista che abbia l’intento di creare qualcosa di brutto, a meno che non lo faccia come scelta dichiarata.

Perché, senza essere ipocriti, la bellezza pare fondamentale. Non penso avresti messo una “brutta” ragazza a ballare sul palo per il video de “La resa” (o per la copertina del disco)… ecco: come la vedi e come ti confronti con questi temi che sono estremamente effimeri e lontani dalla spiritualità di una canzone?
Partiamo dal presupposto che nel video de La Resa la protagonista non viene mai inquadrata in viso ma le riprese sono tutte incentrate sulle spettacolari acrobazie che riesce a fare sul palo della piattaforma Pole. La protagonista di questo video è campionessa italiana di Pole Dance, disciplina sportiva (da non sbagliare con la Lap Dance come è stato fatto anche in una precedente intervista) che prevede un duro allenamento fatto di sacrifici e tantissime ore di allenamento. Almeno tre al giorno. Perciò quando parlate di bellezza, immagino vi riferiate al corpo dell’atleta completamente scolpito e alle difficilissime, ma perfettamente armoniche e aggraziate evoluzioni che riesce a fare.

Ho l’impressione che ci sia un forte retrogusto americano dietro le tue canzoni. Di base parliamo di quel pop italiano dalle forme classiche. Ma… ?
Avendo studiato musica classica e musica elettronica credo che in realtà le mie influenze siano molteplici. Mi piace il cantautorato italiano, ma amo anche sperimentare e lavorare con vari strumenti e vari arrangiamenti. E penso che questo disco, anche se forse suona più classico rispetto ad altri lavori, ne è un esempio.

Polistrumentista… eppure l’immaginario che si ha di te è con la chitarra. Forse perché siamo abituati a pensarlo così un cantautore. Come scegli lo strumento per scrivere?
Spesso in base a quello che devo scrivere. Oltre a quattro dischi come cantautore, ho fatto anche dischi strumentali, uno di solo piano ed un altro di musica elettronica dove non ho neanche toccato una chitarra. Comunque diciamo che lo strumento con cui mi sento più a mio agio nello scrivere canzoni e sicuramente la chitarra anche se in questo disco c’è un’eccezione: la canzone Cercando la luna è stata composta al piano.

La canzone oggi. Secondo te, un disco come “Moderne solitudini” non finirà per vivere una sua personale moderna solitudine?
È probabile, ma sinceramente sono molto felice delle canzoni che ho scritto, di come sono state arrangiate e di come sono state registrate, quindi anche se non troveranno fortuna nel mercato discografico italiano, a me va bene lo stesso.