Marco Nocera – Look ahead

Marco Nocera, innanzitutto chi sei e da dove vieni

 Ciao, io sono Marco, un creativo abbastanza versatile su più fronti, oppure una pallina impazzita, come mi definisco ironicamente con Alessandro, il mio editore di Music Force… Diciamo che sono sia artista che tecnico, per passione e studi svolti e tuttora in corso. Sono di Brindisi, noto capoluogo pugliese per le colonne romane ai piedi delle quali morì Publio Virgilio Marone… ho 36 anni e sono pesci (un segno che, per sua spontaneità, o lo ami o lo odi). Sembro molto più giovane e spesso questo aspetto inganna le persone, anche per la mia abbondante freschezza e vitalità.

 Il tuo nuovo album “Look ahead”, uscito il 24 settembre 2021, è un insieme di emozioni, a volte più corte, a volte più lunghe che significano qualcosa in questo recente periodo passato e presente?

 Beh, sì. È un lavoro abbastanza tortuoso e che mi vede all’opera da molto tempo, in modo alternato per alcune tracce. Altre sono di recentissima stesura. In questo album si celano varie emozioni, di cui ho tracciato un percorso abbastanza nitido, che però devono essere di libera interpretazione per chi ascolta l’album. Posso dire di aver creato una sequenza, un “trascinamento” dalla prima all’ultima traccia che può essere piacevole da ascoltare e – why not? – da ballare. La particolarità è che tutto il lavoro concreto si è svolto durante i due lockdown, e ciò ha caratterizzato ed influenzato anche un po’ il progetto iniziale, leggermente diverso, facendo uscire tre pezzi un po’ in modo impulsivo e un po’ in modo mirato. Un esempio è “Escape way to freedom” che richiama la necessità di spezzare le catene che ci hanno tenuti intrappolati, a seguire (volutamente) “Without lights” che rappresenta una fiducia verso qualcosa di sconosciuto, il buio, ma che può condurre ugualmente a delle cose belle (nel brano si fa riferimento esplicito alla passione, ma può anche essere visto sotto un altro aspetto, intendendolo come una sfida all’ignoto spesso temuto da chi non sa lanciarsi… «undisclosed from people scared to enjoy emotions without lights»), per arrivare a una italianissima “Spinning doors” che rappresenta i conflitti in una relazione chiusa, anche interpretabili come un dialogo interiore tra la parte razionale e quella emotiva di una persona…

 Le contaminazioni elettroniche degli anni ’90 nel tuo album la fanno da padrone. Qual è esattamente il tuo tocco che ti distingue dagli altri progetti?

 Me lo dicono in tanti e pure io lo riconosco. Gli anni Novanta mi hanno caratterizzato perché è a cavallo tra 80 e 90 che sono cresciuto ed ho familiarizzato con la musica. Quindi l’imprinting, se così lo vogliamo chiamare, è avvenuto in quel periodo in cui la mente infantile e pre-adolescenziale è più recettiva. Credo che sarebbe successa una cosa analoga andando a ritroso o avanti di 10 anni…

Il mio tocco non lo saprei spiegare, perché finora ho divorato musica che varia di genere in genere, anche a contrasto di stili, quindi potrei passare da un suono dance puramente elettronico ad un new wave con sintesi dal richiamo analogico (come appunto succede per “Spinning doors” e “Nessuno c’è”).

Ho anche nascosto un richiamo ad un prossimo progetto musicale, ma sfido chiunque ad indovinare cosa bolle in pentola… eppure è evidente nell’ascolto e nelle “fluttuazioni sonore” che ho volutamente creato…

 Nel tuo disco ci sono varie voci, chi sono e perché hai scelto proprio loro?

Sì, tre voci ed un featuring musicale. Parto con Federica Cesano (22 anni, di Lecce) che, per questioni di tempo ha avuto la possibilità di aderire purtroppo solamente ad un pezzo, “Spinning doors”: ha già collaborato a progetti precedenti, soprattutto dance e indietronica (“Deep breath”, “Silent spikes”, “Won’t be”). Lei è pianista concertista e voce principalmente soul-jazz, che ama però sperimentare davvero molto. Forse sarà presente anche nel mio prossimo progetto, ci spero… Max De Lorenzis, concittadino (26 anni). Prima di tutto è un amico, da moltissimi anni. Lo conosco che era un ragazzino di appena 15 anni… In un certo modo l’ho spinto io a seguire un percorso formativo di canto melodico, 7-8 anni fa, apprezzando la sua dote e sapendo che avrebbe potuto trarre beneficio per la sua passione per la musica.
Sono contento per il suo percorso creativo che ha continuato a seguire, parallelamente alle partecipazioni nei miei pezzi. Ha scritto ed inciso anche dei suoi pezzi, che ha registrato col mio supporto tecnico. Insomma, lo seguo premurosamente…
David Zeppieri (40 anni, di Udine) è una conoscenza molto recente, fatta grazie alla potenza di internet e dei social network, durante la pandemia… Non tutti i mali vengono per nuocere: mi è piaciuta la voce e soprattutto il carattere molto aperto di questo ragazzone sempre impegnato con la musica e gli eventi. Posso dire che la sua voce mi ha ispirato anche ad un repentino cambio di genere musicale di “Silent emotion”, inizialmente di genere dance-house, poi diventata dubstep. Assieme a Max, in “Still here”, presenzia anche il M° Fulvio Palese, grande artista salentino, col suo sassofono, che mi ha fatto sognare in sue precedenti produzioni, tanto da proporgli nel 2015 di girare un videoclip per il suo pezzo “PalPal Blues”

La scaletta prevede 9 brani principali e 6 versioni estese. Da cosa nasce questa esigenza di proporre due versioni?

 Ho diviso in due parti l’album, pensando sia a chi vuole ascoltare la musica e alle radio e sia a chi ne può fare un uso professionale (DJ, eventi…). Ovviamente non di tutti i pezzi. Però il bello è che comunque, chi ha orecchio può prestare attenzione alla mia pignoleria nella lavorazione dei brani e alla scelta di determinati strumenti o effetti tra le versioni “standard” della sezione «LISTEN» e quelle “extended” della sezione «MOVE».

 I brani sono molto freschi, direi estivi. E’ una tua caratteristica comporre così, oppure sono venuti casualmente?

In buona sostanza è un mio approccio musicale di base. Non è solo la scelta degli strumenti, ma anche la loro equalizzazione, i volumi e il lavoro di mastering finale a dare un peso rilevante alla freschezza del suono: ho fatto lavorare insieme la mia visione artistica col background tecnico.

 Se avessi la possibilità di collaborare con un nome noto della musica italiana, chi sceglieresti?

 Mi piacerebbe molto attirare l’attenzione di Tiziano Ferro, ma anche di Annalisa, in quanto non ci sarebbe solo una collaborazione vocale ma si creerebbe una sinergia umana, una condivisione emotiva, considerando anche gli argomenti dei loro brani e il loro timbro di voce, oltre a condividere il percorso musicale e i desideri che li hanno portati alla loro attuale carriera musicale. Per una terza e quarta opzione, entrambe più adulte, mi piacerebbe anche la voce più rockeggiante di Paola Turci e di Francesco Sarcina de Le Vibrazioni. Entrambi li sento veri e vissuti, presenti. Con Francesco ogni tanto ci scambiamo qualche battuta via messaggi.

 

Aver pubblicato un tuo secondo disco, rappresenta l’ufficialità di una discografia che con un album solo potrebbe considerarsi solo un evento a sé. Stai pensando di proseguire?

 Diciamo che “Homeland atmosphere”, il mio primo disco, può essere solo un approccio primordiale, anche se include 4 anni di lavoro intenso, essendo più una raccolta di singoli pubblicati tra il 2015 e il 2018, oltre a qualche inedito, ma per ragioni di lavoro, non gli ho dato la giusta considerazione che meritava al tempo. Ma grazie ad esso ho conosciuto Music Force e sono riuscito a concretizzare un inizio di questo mio percorso musicale. “Look ahead” potrei appunto definirlo il primo inizio concreto, perché non vi è solo un lavoro musicale duraturo ed impegnativo, un contratto discografico e una pubblicazione fisica. C’è l’esplosione creativa di quel Marco sempre fiducioso e abbastanza visionario.

Ma dire di avercela fatta, no, è solo un inizio. Bisogna lavorare, tanto ed intensamente. E studiare, soprattutto… perché l’ispirazione è bella, fa fare tante cose piacevoli per l’anima e l’appagamento della propria essenza.
Ma se non vi sono delle basi strutturali, si può fare ben poco: non è il PC a suonare, ma vi è una conoscenza sia di base di musica, nelle telecom
unicazioni e quindi nelle tecniche di manipolazione del suono, abbondante senso di logica e poi le idee creative possono scatenarsi in un flusso infinito. Detto ciò, sto proseguendo. Come ho chiuso il progetto di “Look ahead”, stabilendo i brani, ho creato già un seguito, che poi potrebbe avere un altro seguito.
Come dicevo, basta trovare un punto di inizio e poi ecco che la “pallina impazzita” sfugge al controllo!

 Contatti, progetti e dove ti si può trovare

Innanzitutto sul sito della mia etichetta discgrafica Music Force in cui potrete trovare tutte le notizie, le novità che mi riguardano, i link alle interviste, alle recensioni, al disco e ai videoclip.http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/2608-marco-nocera-look-ahead Personalmente, invece, sono su Instagram come marconoceraofficial e su Facebook marconocera.marconocera. Ho pure Twitter, TikTok, ma non presto adeguata attenzione a tutti social, sia per lavoro che per non rimanere schiavizzato dai vari dispositivi, dato che risucchiano tempo ed energie preziose… Progetti in corso? Girare i videoclip musicali di alcuni dei brani dell’album e realizzare alcuni remix. Sto inoltre valutando anche l’idea di collaborare come compositore per colonne sonore per film, cortometraggi e serie TV. Le idee non mancano. Genericamente, se mi si vuole incontrare, sono a Brindisi (magari ci si prende un caffè e si scambiano due chiacchiere), anche se di recente viaggio un po’ per tutta la Puglia e a volte a livello nazionale per attività tecniche, di produzione video e fotografia, che fanno parte del mio percorso creativo, tecnico e professionale.

www.youtube.com/watch?v=jJORmTwH8MA