Maria, regina di Scozia: le donne che comandano

Diretto da Josie Rourke e con protagoniste Saoirse Ronan e Margot Robbie, potremmo paradossalmente considerare Maria, Regina di Scozia un prequel del leggendario Maria Stuarda, regina di Scozia (ma il titolo originale era, appunto, Mary Queen of Scots) con Vanessa Redgrave (che vinse l’Oscar per la sua interpretazione di Elisabetta I) e Glenda Jackson (nei panni di Maria Stuarda).

La pellicola firmata nel 1971 da Charles Jarrot andrebbe riscoperta, visto che colloca gran parte della sua storia nella fase finale, quando Maria Stuarda trovò rifugio presso Elisabetta, mentre nel film della Rourke si affronta in modo molto interessante la prima parte.

Se dovessimo essere severi come degli storici, numerosi erano gli errori nel film del ’71, fortunatamente qui presenti in misura molto minore; ma, senza dubbio, permane il fascino  di queste due leggendarie regine  esercitano sul mondo del cinema.

Il risultato finale è un lungometraggio splendido dal punto di vista estetico, con la bellezza di Saoirse Ronan e il tentativo (senza riuscirci) di imbruttire in tutti i modi Margot Robbie nel ruolo di Elisabetta.

Con buona pace di  chi cerca chissà quali paragoni con gli attuali movimenti femminili Me Too, ne viene fuori un ottimo biopic che non tradisce le aspettative degli appassionati della regina più famosa della storia e che ha convinto poco, però, la critica e coloro che assegnano i premi  e le nomination, di solito fioccanti in questo periodo in attesa degli Oscar. Ma per  il film .

Come già accennato, ci viene raccontata la prima parte della storia di Maria Stuarda, che torna nel suo regno scozzese dopo la morte del consorte, il re di Francia Francesco II, scacciata dalla suocera Caterina de’ Medici. Maria si ritrova, cattolica, a dover governare un regno che, ormai, è per la maggior parte di fede protestante.

Ma il suo regno sarà breve, invisa  ad una corte sempre assetate di potere, ritrovandosi in una serie di complotti e contrasti sempre con il tentativo di metterla contro l’amata sorellastra Elisabetta, regina protestante.

Sicuramente, il materiale storico abbonda per lo sceneggiatore Beau Willimon (lo stesso di House of Cards), il quale sceglie e seleziona ciò che, secondo lui, è più rilevante e cinematografico per la storia. E, forse, siamo convinti che tenga in cuor suo anche il film del 1971, pur mantenendo le distanze e cercando proprio di raccontare tutto quello che lì non veniva affrontato.

Nonostante  tutti gli inevitabili paragoni  con recenti serie tv, il lavoro risulta essere molto valido.

Lo scopo è quello di intrattenere il pubblico in modo intelligente, di cercare di farci conoscere due personaggi storici attraverso due bravissime attrici (qui c’è poca Hollywood e molta più storia e ricostruzione), conferendo la giusta credibilità.

La storia  ci dice che le due sovrane non si incontrarono mai di persona nella realtà, ma, come ben sappiamo, il cinema non è realtà e, di conseguenza, siamo felici  di poter parlare ancora di Maria Regina di Scozia e della più grande delle  regine che la storia ci ha tramandato: Elisabetta I.

 

 

Roberto Leofrigio