Mi chiamo Maria e ho deciso di raccontare la mia testimonianza affinché possa infondere speranza e coraggio in tutti coloro che hanno affrontato o stanno affrontando un disturbo alimentare, perché ognuno di noi merita di essere riconosciuto per tutte le battaglie invisibili che combatte .
Durante l’adolescenza ero una ragazza come tutte le altre: solare, piena di vita , coltivavo sogni e avevo negli occhi una luce tutta mia.
Ma un giorno, il patto che avevo con il mio corpo è andato distrutto: ho subito bullismo fisico e psicologico, per moltissimi anni , poiché presa letteralmente di mira.
Al giorno d’oggi, come tristemente noto, sono molteplici le ragioni per le quali spesso i più fragili diventano oggetto di scherno e di reiterate violenze da parte di coloro che oggi finalmente chiamiamo con il loro nome, i bulli ; credo che la motivazione per cui all’epoca è toccato a me, sia stato il fatto che probabilmente rispetto ad altre ragazze ero poco sicura di me, silenziosa e un po più rotondetta.
Come se non bastasse, le maestre non sono mai state in grado di aiutarmi , ed io non ho mai avuto il coraggio di parlarne con i miei genitori.
I bulli mi hanno denigrata, ridicolizzata pubblicamente, mi hanno preso in giro facendo battute sul mio peso, con insulti spiacevoli del tipo ” balenottera ” “dimagrisci o togliti di mezzo ” ecco che arriva la doppia xxl” .
Tutti atti consapevoli, di violenza fisica , verbale e psicologica che mi hanno portato ad un rapporto disfunzionale con il cibo, e che mi hanno fatto giungere a vivere nella profonda convinzione di essere sbagliata e di essere ” quella grassa,” come si impegnavano a dipingermi, e di conseguenza immeritevole di validazione come essere umano e giovane donna.
Sono stata calpestata dalle loro cattiverie.
Ed è così che sono iniziate le paranoie, così una mattina come tante decisi di cambiare ,cominciai a mangiare meno, e se mangiavo qualcosa la vomitavo. Persi molti chili e la luce nei miei occhi iniziò gradualmente a spegnersi.
Il percorso per l’amor proprio è lungo e difficile, e per chiedere ‘scusa’ al mio corpo ha dato inizio ad un percorso di guarigione interiore,riuscendo con tanta forza a venirne fuori grazie all’amore della mia famiglia, loro infatti mi hanno aiutato ad aumentare la mia autostima e a credere in me.
Da quel giorno mi sono ripromessa che sarei sempre stata dalla parte del più debole, ho capito che il mio corpo non è una sentenza, ma è una storia, e siamo noi a decidere l’epilogo.
Oggi vi chiedo di non giudicare mai una persona dall’apparenza , siate epatici non voltate lo sguardo ma cogliete i segnali e ricordate, il giudizio non è mai un complimento quando non è richiesto , e può anche costare la vita di un’altra persona.
Oggi sono qui , felice di me stessa, ma soprattutto libera, la mia forza è lì in quello che nessuno vede , in quello che ho scelto di fare con il mio dolore ,ho deciso di non cancellare le mie cicatrici realizzando il loro valore, esse sono la prova che sono viva e che ho messo l’inferno alle spalle, ricordando che il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti.














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