Maurizio Costanzo ci lascia in eredità la sua cultura

Articolo a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista.

Cos’è la vita? Un’educata e religiosa preparazione alla morte, secondo alcuni. Per altri, una gigantesca rappresentazione su un palcoscenico globale. Allora ora, per teatro, il mitico “baffo” Maurizio Costanzo avrà il mondo intero. A poche ore dalla sua morte, impazzano su YouTube video che lo ritraggono, in alcuni si racconta, in uno dice: “Quando ho incontrato Maria, per la prima volta nella mia vita ho pensato ‘Ecco, questa è la persona che stringerà la mia mano mentre morirò’. Il suo desiderio ora si è avverato: ha trascorso tutto il resto della sua esistenza con la dolce compagna. Che, come tanti altri, e’ stata colta di sorpresa dal lutto: non si aspettava certo di dover salutare il marito dopo un piccolo intervento.

Lo shock è stato generalizzato e in tanti hanno voluto salutarlo.
“Ciao Maurizio, i tuoi ragazzi”, è la frase con la quale Paolo Bonolis ha deciso di omaggiare il suo maestro sui social network, postando una foto che lo ritrae insieme a Carlo Conti, Gerry Scotti ed Enrico Mentana.
“La televisione, il giornalismo e tutti noi abbiamo perso moltissimo. Ciao Maurizio e grazie”, è stato il pensiero di una vicina di casa del noto giornalista.
“È la televisione che va via, ma che ha la forza di restare per sempre proprio per la grandezza del protagonista. Ciao Maurizio”, ha commentato il lutto Massimo Giletti.

Costanzo amava profondamente Alberto Sordi e ironia della sorte, è morto nello stesso giorno a 20 anni di distanza dal grande attore. L’essere italiano, nel bene e nel male, è stata la cifra distintiva della cinquantennale carriera dell’Albertone nazionale, tra i maggiori interpreti della commedia all’italiana. Ma un discorso simile può essere fatto anche per Costanzo. Nessuno potrà mai dimenticare quelle tre battute, rimaste nella memoria collettiva: «una camicia coi baffi», «se va bene a me va bene a tutti» e «buona camicia a tutti».

Fra chi si è voluto esporre nel salutare il conduttore tv, anche Giusy Cataldo che ha aperto a tutti una pagina del suo cuore rivelando questo suo pensiero “Maurizio Costanzo era alla conduzione la prima volta che una trasmissione tv in diretta è stata interamente tradotta nella lingua dei segni. È stata prima volta che ho parlato dei miei genitori sordi. Dovevo presentare il film per cui ero andata a Venezia, ‘Corsa di Primavera’ ed invece è esploso l’argomento sulla sordità, allora un universo sconosciuto. Maurizio si era appassionato, da quel momento mi volle altre volte ospite ed in una gli proposi di tradurre nella lingua dei segni tutta la puntata e così fece. Porto’ in Italia Marlee Matlin – pochi anni prima aveva vinto l’Oscar con ‘Figli di un Dio minore’ – su mia sollecitazione, con tanto di conferenza stampa. Tante testate parlarono di me e lei e di uno spettacolo teatrale, che avrebbe dovuto raccontare due mondi diversi: di questo non se ne fece niente e Maurizio Costanzo e tutto il suo circo, sparirono. Io, testarda, scrissi insieme al mio fidanzato di allora Marco Caronna, ‘Le voci buie’ ed andai a presentarlo al Parioli di nuovo al ‘Maurizio Costanzo Show’. Mi introdusse così: Questa e’ una donna testarda che mi ha acceso una lampadina su un mondo sconosciuto. E che da sola si è scritta questo spettacolo portandolo a un prestigioso festival teatrale e che ha vinto il festival di Asti. Nel libro ‘Le voci buie’ c’è la sua presentazione. Grazie Maurizio, per avermi dato ascolto, per avere intuito che farlo, avrebbe aperto un universo, e grazie a me, che ho insistito”.

Maurizio Costanzo rappresenta l’uomo che più di tutti ha saputo rivoluzionare il modo di fare televisione. Flavio Pagano lo ha voluto ricordare su Facebook così: “Conobbi Maurizio Costanzo alla fine degli anni ‘80, al suo Show. Avevo 26 anni. In seguito l’ho incontrato altre due o tre volte, l’ultima a “S’è fatta notte” quando mi ospitò per presentare un libro. Non devo ricordare io quant’era grande, perché lo sanno tutti, né quanto poliedrica fosse la sua creatività, ma voglio sottolineare un’altra sua qualità, che era la più rara: la voglia di scoprire e sostenere, disinteressatamente, il talento altrui. Amava il lavoro quasi con gratitudine, considerandolo persino un farmaco, e la semplicità con cui gestiva i rapporti con le persone in cui credeva, era straordinaria. In un mese d’agosto di una trentina d’anni fa, quando facevo l’editore, mi inviò il suo saggio per un libro sulla tv. Gratis. Per il puro piacere di farlo: una esemplare lezione di modestia, che le innumerevoli mezze calzette rampanti che si aggirano nel mondo dell’editoria televisiva e non di oggi, farebbero bene a ripassare spesso.
Arrivederci Maurizio, è stato un onore conoscerti e incrociare il tuo sguardo profondo e gentile”,

Costanzo ha riempito la TV di cultura, educazione e gentilezza, rendendo visibili nel suo salotto tematiche delicate e storie di persone comuni. Per molti è stato un esempio ottimo per i giovani di oggi, tanti hanno ricordato il professionista senza pari che ha allietato la nostra quotidianità con show di qualità. Maurizio Costanzo, nella sua grande eredità culturale, ci lascia anche una delle canzoni più straordinarie della musica italiana. “Se telefonando” era uno dei suoi gioielli più preziosi. Lo salutiamo rileggendo quelle parole poetiche. Grazie Maurizio.

“Lo stupore della notte
Spalancata sul mar
Ci sorprese che eravamo sconosciuti
Io e te
Poi nel buio le tue mani
D’improvviso sulle mie
È cresciuto troppo in fretta
Questo nostro amor

Se telefonando
Io potessi dirti addio
Ti chiamerei
Se io rivedendoti
Fossi certo che non soffri
Ti rivedrei
Se guardandoti negli occhi
Sapessi dirti basta
Ti guarderei
Ma non so spiegarti
Che il nostro amore appena nato
È già finito

Se telefonando
Io volessi dirti addio
Ti chiamerei
Se io rivedendoti
Fossi certo che non soffri
Ti rivedrei
Se guardandoti negli occhi
Sapessi dirti basta
Ti guarderei
Ma non so spiegarti
Che il nostro amore appena nato
È già finito
È già finito”